Uccise e fece a pezzi Nelly Pagnussat: condannato a 17 anni
FONZASO. Ha ascoltato la lettura della sentenza impassibile, lo sguardo assente. Diciassette anni e quattro mesi di reclusione e a seguire una misura di sicurezza di tre anni in una struttura psichiatrica: è la condanna decisa ieri dal giudice per l’udienza preliminare Massimo Vicinanza per Riccardo “Ricky” Torta, il 68enne mestrino che poco più di un anno fa – era il 15 gennaio – massacrò a colpi di martello la vicina di casa Nelly Pagnussat, 77 anni, e poi ridusse il suo corpo in pezzi con una sega elettrica. Nei suoi progetti c’era anche la distruzione della salma con un tritacarne. Venne fermato prima che anche l’ultimo scempio potesse essere compiuto nell’appartamento al quarto piano in via Ca’ Venier, a Mestre.
Le aggravanti. Per Torta, accusato di omicidio volontario e vilipendio di cadavere, la pubblico ministero Laura Cameli aveva chiesto 30 anni di carcere, il massimo previsto tenuto conto della scelta della difesa che aveva optato per il rito abbreviato che consente lo sconto di un terzo della pena. Il giudice Vicinanza ha riconosciuto tutte le aggravanti, tra cui la premeditazione, la recidiva (Torta era già stato condannato per un omicidio risalente al 1973 e aveva scontato la pena), la crudeltà, la minorata difesa. Tutte aggravanti, queste, equivalenti rispetto al vizio parziale riconosciuto a Torta nella perizia psichiatrica disposta dal tribunale: l’uomo sarebbe incapace di volere all’80 per cento.
La perizia e l’appello. Ed è proprio sul 20 per cento di capacità di volere che ora si innesterà la battaglia della difesa rappresentata dagli avvocati Giorgio Bortolotto e Antonio Bortoluzzi. Secondo i legali di Torta, infatti, come peraltro sancito anche dalla perizia di parte, il 68enne sarebbe totalmente incapace di intendere e volere. «Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza poi impugneremo la decisione in appello».
I risarcimenti. Quanto ai risarcimenti alle parti civili – solo due dei tre figli della vittima si sono costituiti con gli avvocati Mauro Ferruzzi e Renato Alberini – il giudice veneziano ha stabilito che la quantificazione spetti al tribunale civile, disponendo una provvisionale di 50mila euro per ciascuno dei due figli. Dal canto loro, le parti civili avevano chiesto 500mila euro a testa per i danni morali ed esistenziali conseguenti alla perdita della mamma in un modo così orribile oppure, in subordine, una provvisionale di 300mila euro cadauno.
In isolamento. Dal giorno dell’arresto, Ricky Torta si trova in isolamento in una cella del penitenziario di Santa Maria Maggiore. E con le stesse modalità, almeno per il momento, sconterà la pena, nonostante sia una persona con evidenti problemi psichiatrici, giudicata «socialmente pericolosa» dagli stesi periti del tribunale. Al termine della pena in carcere verrà trasferito per tre anni in una struttura psichiatrica per scontare la cosiddetta misura di sicurezza, ovvero quel provvedimento speciale con finalità terapeutiche la cui applicazione è prevista dal codice penale nei confronti degli autori di reato che sono considerati socialmente pericolosi.(ru.b.)
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