Ucciso da un solo colpo di pistola

L’autopsia conferma le prime ipotesi. Nei prossimi giorni è atteso il figlio Mauro
L'ingresso della casa dove è stato trovato il corpo (Foto Quintero) e Dino Remedi
L'ingresso della casa dove è stato trovato il corpo (Foto Quintero) e Dino Remedi
BELLUNO.
E’ stata una sola pallottola a causare la morte di Dino Remedi, il 65enne ingegnere di Sedico ucciso lunedì sera nella sua abitazione a David, cittadina in provincia di Chiriquì a 440 chilometri da Panama, dove si era trasferito da una ventina d’anni. A confermare l’esito dell’autopsia la polizia panamense che sta seguendo le indagini dell’omicidio, interrogando i presenti. Il colpo sparato da uno dei tre malviventi ha oltrepassato il braccio sinistro di Remedi per conficcarsi sul torace fino a raggiungere la giugulare. Un colpo fatale.

 Intanto, nei prossimi giorni è atteso l’arrivo a Panama del figlio minore di Remedi, Mauro, che sarà incaricato di sbrigare le procedure burocratiche per far rimpatriare il corpo del padre. La polizia panamense, come conferma anche l’ambasciata italiana del posto, sta eseguendo ulteriori controlli, interrogando le persone che al momento dell’aggressione erano presenti nell’abitazione: una domestica e un bambino di quattro anni, che potrebbero aver visto in faccia gli assassini.

 

Due persone sono state interrogate, ma per ora non ci sarebbe stato nessun arresto. La polizia locale sta vagliando le ipotesi che in queste ore si stanno facendo largo in merito ai possibili autori dell’omicidio: non si esclude nemmeno la possibilità che i malviventi fossero persone che Remedi conosceva, visto che i tre sono andati a colpo sicuro in casa del bellunese.

 

Secondo la ricostruzione dei fatti, sulla quale stanno lavorando le forze dell’ordine, i tre rapinatori sarebbero entrati in casa, chiedendo i soldi che il 65enne sedicense custodiva in cassaforte (un particolare, questo, che fa pensare che i tre conoscessero Remedi e le sue abitudini o che qualcuno a lui vicino, avesse passato l’informazione a qualche balordo del luogo per fare il colpo). L’ingegnere 65enne, dopo aver messo in una borsa i suoi soldi, ha cercato di approfittare di un attimo di distrazione dei tre malviventi per imbracciare il fucile di sua proprietà, ma un colpo di pistola lo ha ucciso sul colpo.


 Aggressioni di questo tipo a Panama sono diventate frequenti, come fanno sapere dall’ambasciata: «Qui la gente non ruba soltanto ai ricchi, ma anche ai poveri. Nessuno vive più al sicuro». Intanto a Sedico la famiglia Remedi è ancora chiusa nel proprio dolore. I familiari preferiscono non parlare per non riaprire una ferita dolorosa. In paese l’incredubilità, ma anche il cordoglio per quanto è accaduto, è ancora molta. E mentre all’ambasciata attendono il certificato di morte di Dino Remedi per poter avviare le pratiche per il suo rimpatrio, nei prossimi giorni sono attesi i familiari per accompagnare il feretro. Per ora, è previsto l’arrivo del figlio minore Mauro, che dovrebbe sbarcare a Panama entro pochi giorni.
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