Ufficio scolastico, i lavoratori chiedono la chiusura
BELLUNO. Le rsu dell’Ufficio scolastico provinciale (Ust) scrivono alla loro dirigente e ai sindacati di categoria chiedendo l’accorpamento ad un altro Provveditorato oppure la soppressione dell’ufficio stesso.
La richiesta è dettata dalla carenza di personale che per le rappresentanze sindacali sta imponendo «uno sforzo lavorativo che continua ad impegnare tutti i lavoratori oltre l’orario ordinario, sabato e domenica, con la conseguente compromissione del diritto a godere di ferie e riposi». Gli addetti, pertanto, temono di dover «ripetere ulteriormente questo sforzo», perché sarebbe «impossibile».
Le rsu lamentano anche l’estrema difficoltà con cui anche «quest’anno è stato garantito l’avvio dell’anno scolastico». Avvio che ad oggi ancora non è precisamente a regime, visto che in diverse scuole della provincia, soprattutto le superiori, mancano ancora docenti anche a causa della grande quantità di ricorsi che pendono sulle graduatorie ad esaurimento.
I problemi dell’Ust. I rappresentanti dei dipendenti hanno quindi deciso di scrivere alla dirigente Michela Possamai «per segnalare l’insostenibilità di un carico di lavoro già pesante e aggravato dalla piena attuazione della legge 107/2015, cioè la riforma della Buona scuola che ha messo a dura prova la tenuta psicofisica dei lavoratori». La situazione è però peggiorata con il pensionamento di altri tre lavoratori e dal trasferimento di una impiegata in un altro Ufficio scolastico «senza che siano previste delle sostituzioni. La carenza di personale ha comportato l’assegnazione a chi è rimasto di servizi diversi. Per poter evadere le pratiche nel modo migliore», dicono i sindacati, «l’ufficio è stato costretto da agosto a ridimensionare in modo drastico l’ufficio relazione col pubblico, determinante per il servizio al cittadino, proprio nel momento in cui l’interlocuzione tra ufficio e utenza è di fondamentale importante. E questo provvedimento è stato prorogato al 28 novembre». In realtà per le pratiche scolastiche l’Ust è rimasto interdetto agli utenti praticamente dal luglio scorso, quindi da cinque mesi. Una cosa mai vista prima e di cui gli utenti più volte si sono lamentati.
Le richieste della rsu. Per tutti questi motivi nasce la richiesta dei lavoratori alla dirigente, «affinché o l’ufficio scolastico regionale avochi a sè le competenze che quello di Belluno non è più in grado di gestire con sicurezza di operato, o che quello provinciale venga accorpato ad un altro ufficio o in ultima ratio che sia soppresso. Le difficoltà legate ai trasporti e alla lontananza dalle nostre famiglie», in caso di un’eventuale trasferimento, «ci fanno sperare che le ultime due ipotesi possano solo che configurarsi come remote. Vorremo che questo ufficio rimanesse aperto, ma la situazione presente non può che portare a prendere decisioni radicali e definitive».
Il futuro dell’Ust pare dunque segnato anche perché, come la stessa dirigente ha detto nel corso di una delle conferenze d’ambito, l’ex Provveditorato sarà sostituito, per molte competenze, dalle reti di scuole. E questo vanificherà le battaglie del territorio per avere un Ufficio provinciale.
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