Ufficio turistico chiuso i commercianti protestano
VAL DI ZOLDO. «La stagione in Val di Zoldo comincia a giugno. Chiudere l’ufficio turistico proprio in questo periodo è un grosso errore, oltre che segnale di scarsa programmazione. E di certo non è un bel biglietto da visita». Mauro Cercena, proprietario del bar gelateria Centrale in piazza a Forno, esprime tutto il proprio sconcerto e la perplessità per quanto accaduto qualche settimana fa.
«Il punto informativo-turistico di Forno è stato chiuso senza alcun avviso, se non tramite i social network, che non sono lo strumento più adeguato. Una notizia di questo tipo doveva essere come minimo pubblicata sul sito del Comune», sottolinea. «Io gestisco un piccolo bar e noi commercianti cerchiamo di dare il massimo», fa eco Renata Corazza, «ma scelte di questo tipo da parte dell’amministrazione di certo non aiutano».
Il sindaco, Camillo De Pellegrin, ha fatto sapere che la sua squadra sta lavorando per trovare una sede appropriata e che la riapertura avverrà a breve. I locali dove trovava posto l’ufficio di Zoldo sono stati ceduti alla caserma dei Carabinieri, che ha sede nello stesso edificio e necessita di allargare i propri spazi. «Su questa necessità non diciamo nulla, ma il fatto è che i lavori sono stati programmati da più di un anno», commenta Cercena, «c’era tutto il tempo per trovare un’alternativa per l’ufficio turistico, in vista poi di una soluzione definitiva, tanto più che sono diversi i negozi sfitti. Si poteva lavorare per evitare che, proprio in un periodo cruciale dal punto di vista turistico, si rimanesse privi di un servizio fondamentale. Come è possibile che si sia deciso di chiudere senza avvisare operatori e commercianti e senza prima progettare una riapertura? È mancata la programmazione. Tra l’altro, lo scorso fine settimana si è svolta la Dolomiti Extreme, che ha portato migliaia di persone. E lo Iat era chiuso».
I commercianti non riescono poi a capire come l’amministrazione non ritenga necessario un punto informativo all’ingresso della valle. «Punto che anche nei fuori stagione serve per chi è di passaggio, soprattutto quando la maggior parte strutture ricettive e bar è chiusa», aggiungono Cercena e Corazza. «C’è l’ufficio turistico aperto a Pecol, questo è vero. Ma il 90% dei turisti arriva da Longarone ed è fondamentale trovare informazioni all’ingresso della Val di Zoldo, senza dover percorrere 10 km per arrivare a Pecol». Gli esercenti ricordano inoltre che Zoldo, insieme ai Comuni di Cibiana e Zoppè, è entrato ufficialmente a far parte del progetto transfrontaliero Italia-Austria Interreg IV “Villaggi degli alpinisti senza frontiere”: «Lo Iat di Forno era stato pensato come punto informatico anche per gli altri due Comuni. Dove dovranno andare a recuperare le informazioni turistiche gli alpinisti che giungeranno in Valle per vivere il “Bergsteigerdoerfer” di Zoldo? ».
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