Ulss 1 Dolomiti: «Raggiunto il picco dei contagi da Covid»

Nella scorsa settimana incidenza alta ma in rallentamento. Cinquanta ricoverati, di cui uno in intensiva e due decessi
Irene Aliprandi

Irene Aliprandi. Dovrebbe essersi arrestata la crescita dei contagi da Covid, portando la situazione della provincia di Belluno in linea con quella regionale e nazionale. A parlare sono i numeri del report settimanale dell’Ulss 1 Dolomiti, confermati anche dal direttore del dipartimento di Prevenzione, Sandro Cinquetti: «La mia sensazione e che il giro di boa ci sia stato tra il 15 e il 16 luglio e che ora ci troviamo, se non in una fase di discesa, quantomeno in una fase di plateau che poi sarà seguito dal calo dei casi di contagio. Lo si desume anche dall’attività svolta domenica a Paludi dove i tamponi erano ad accesso libero e c’è stata un’intensa affluenza. Oggi (ieri per chi legge, ndr) invece, l’affluenza è stata notevolmente ridotta, ma bisogna ricordare che il virus circola molto dappertutto».

I nuovi casi rilevati nell’ultima settimana sono 1.833 (+45 rispetto alla scorsa settimana), con un tasso di incidenza settimanale di 923 casi su 100 mila abitanti, significativamente inferiore all'incidenza nazionale (1.105 su 100 mila abitanti). Nella settimana scorsa sono stati eseguiti dai team dell’Ulss Dolomiti 6.704 tamponi (di cui 2.681 molecolari e 4.023 antigenici). A questi si aggiungono 3.945 tamponi antigenici eseguiti dalle farmacie del territorio, 89 tamponi dai pediatri di libera scelta e 265 tamponi eseguiti dai medici di medicina generale. In media, ogni giorno vengono eseguiti circa 790 tamponi ogni 100 mila abitanti.

Nella settimana analizzata sono stati somministrati 7 trattamenti con anticorpi monoclonali dall’Unità Operativa di Malattie Infettive di Belluno, per un totale di 435 dosi complessive, sono stati prescritti 18 trattamenti con farmaco antivirale orale per un totale di 359 trattamenti complessivi.

I pazienti ricoverati attualmente sono: uno in terapia intensiva, 46 in area non critica di cui 26 ricoverati per altri motivi e 3 pazienti nell’ospedale di comunità. Purtroppo si registrano ancora dei decessi: domenica una donna di 89 anni ricoverata in Geriatria Covid e sabato un uomo di anni 74 ricoverato in Pneumologia Covid.

«La casistica ospedaliera non è trascurabile», prosegue Cinquetti, «e Omicron 5 ormai è prevalente anche nel nostro territorio: i sequenziamenti eseguiti, infatti, confermano che è quasi l’unica variante presente. Il virus è meno aggressivo rispetto alle varianti precedenti ma, specialmente nelle persone mai vaccinate o in quelle con problemi di fragilità, diventa più aggressivo. Abbiamo la certezza che il ciclo completo di vaccinazioni riduce il rischio di un po’ il rischio di infezione e di molto l’aggravarsi della malattia».

I comuni che risultano più colpiti sono quelli di Lorenzago, Perarolo, Cibiana di Cadore e Sovramonte; buona la situazione nel capoluogo, in Alpago, a Soverzene, Sospirolo, Arsiè, Lamon, Fonzaso, Val di Zoldo, Cortina, Auronzo e San Pietro ma i comuni dove l’incidenza settimanale è stata più bassa in assoluto sono quelli di Livinallongo, Rocca Pietore, Taibon, La Valle Agordina, Comelico Superiore e San Nicolò di Comelico.

La fascia di età più colpita è quella tra i 45 e 64 anni, seguita da quella tra i 25 e i 44 anni e da quella tra i 65 e i 74 anni importante anche l’incidenza tra zero e 14 anni.

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