Ulss 1, inaugurata la nuova risonanza magnetica all’ospedale di Belluno

«Così avremo diagnosi più precise e un comfort maggiore ai pazienti», ha detto il commissario Dal Ben. Presente l’assessore veneto Lanzarin

Il taglio del nastro della nuova risonanza magnetica all'ospedale San Martino di Belluno
Il taglio del nastro della nuova risonanza magnetica all'ospedale San Martino di Belluno

«Domani in giunta decideremo alcuni provvedimenti per il reclutamento di nuovo personale per la crescita e lo sviluppo del nostro sistema sanitario». Così l’assessore veneto alla Sanità e Sociale, Manuela Lanzarin intervenendo oggi, lunedì 12 agosto, all’inaugurazione della nuova risonanza magnetica all’ospedale San Martino di Belluno. Una apparecchiatura costata 2.150.000 euro di cui 920 mila euro finanziati col Pnrr e i restanti 1.230.000 euro dalla Regione.

 «Questi investimenti ci permettono di essere sempre più performanti e soprattutto precisi nelle diagnosi», ha sottolineato il commissario straordinario Giuseppe Dal Ben che ha elencato tutte le nuove strumentazioni previste per rendere sempre più all’avanguardia tutti gli ospedali provinciali. «Attualmente tra gli ospedali di Belluno, Agordo e Pieve di Cadore abbiamo due  risonanze magnetiche di cui quella che inauguriamo oggi è quella più avanzata tecnologicamente, quattro Tac, 3 apparecchiature telecomandate, quattro radiologici diretti, quattro mammografi ed un angiografo, oltre ad una gamma camera».

La nuova  risonanza magnetica, già attiva dalla fine di giugno è stata definita dal direttore della Radiodiagnostica Giovanni Balestriero, «la regina delle macchine per la radiologia perchè grazie anche all’intelligenza artificiale migliora le immagini, aumenta la risoluzione spaziale e riduce i tempi di sequenza, garantendo quindi una migliore diagnosi e un migliore comfort al paziente. Infatti, il foro di ingresso è di 70 centimetri, quindi molto più ampio di quella precedente andando a ridurre eventuali problemi di claustrofobia e prevede anche un sistema di diffusione musicale. Con questa apparecchiatura possiamo studiare ogni organo o distretto corporeo».

Ma le innovazioni tecnologiche non finiscono qui: come ha precisato il primario Balestriero sono in programma lavori per realizzare in Radiologia una nuova segreteria e una nuova sala di attesa con 43 posti a sedere per mettere maggiormente a suo agio il paziente e per rendere il reparto più umanizzato. 

«Vogliamo mantenere e sviluppare il massimo della tecnologia possibile per cui il nostro lavoro non si ferma», ha concluso il commissario Dal Ben.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi