Un 2018 difficile per Lattebusche, nonostante il fatturato record
Un 2018 difficile per Lattebusche , con una resa del latte di 45,52 centesimi al litro, in calo del 4 per cento rispetto al 2017. «Un risultato appena decente», lo ha definito con la consueta franchezza il direttore generale Antonio Bortoli, nella relazione che ha poi portato all’approvazione del bilancio da parte dei soci. Risultato che pure viene guardato con moderata soddisfazione visto che i prezzi del latte del primo trimestre del 2018 hanno fatto temere un vero e proprio tracollo. Il latte sul mercato estero viaggiava tra febbraio e marzo tra i 20 e i 30 centesimi al litro e il grana padano, il prodotto trainante per Lattebusche nello stesso periodo stazionava a 6 euro al chilo. «I conti si sono raddrizzati grazie all’innalzamento del prezzo del latte nell’ultima parte dell’anno», ha aggiunto Bortoli, «un trend che sta proseguendo nel 2019», tanto che lo stesso direttore generale ha manifestato un certo ottimismo per l’anno in corso.
Fatturato record
Ha superato i 108 milioni di euro con un aumento del 3,9 per cento, segno che nella bufera di un mercato dove i consumi ristagnano o sono addirittura in decrescita la forza del marchio della cooperativa abbinata alla qualità del prodotto è ancora in grado di fare la differenza. Ma ai soci il fatturato interessa sì, ma fino a un certo punto, se poi il latte viene pagato a un prezzo «sotto la soglia di sostenibilità per le stalle di montagna», come ha dichiarato il presidente Augusto Guerriero. Eppure, per apprezzare lo sforzo del management Lattebusche, basta confrontare i 45,52 centesimi al litro pagati ai soci con quanto pagato in media ai produttori della Lombardia (tra i 41 e i 42 centesimi) e ancora di più del Veneto (tra 39,5 e 41,5 centesimi).
Soci
Sono 368 in lieve aumento rispetto ai 359 del 2017 per effetto delle incorporazioni delle latteria Genzianella di Padola di Comelico convertita alla produzione di formaggi bio e Villaverla nel vicentino. Ma nessuno nasconde che la preoccupazione per le poche stalle di montagna superstiti. Andrebbero aiutate dalla politica visto che in Trentino Alto Adige si riesce a fare allevamento a duemila metri, mentre in provincia di Belluno è diventato pressoché impossibile. La buona notizia è che Lattebusche assieme alla Latteria Soligo è riuscita ad accedere a fondi europei per un progetto legato a ricerca e sviluppo.
Latte lavorato
Nel 2018 è leggermente aumentato attestandosi a 1.396.467 ettolitri con un +4,75%. Da sottolineare come la qualità del latte conferito faccia sempre più la differenza. Una qualità che ha portato Lattebusche a pagare una differenza fino di 13 euro per ettolitro.
Prodotti su e giù
A registrare i migliori risultati in termini di redditività sono stati mascarpone, burro, prodotti freschi e panna. Sul gradino più alto del podio sale il formaggio Penna nera che dal 2010 continua a registrare una quantità vendita in crescita con un prezzo che tiene bene sul mercato. Hanno tenuto lo yogurt, la ricotta, i formaggi da 6 chili e la mozzarella. Male il latte uht e il gelato. Va bene la linea del biologico.
Il 2019
Ci sono segnali incoraggianti tanto che il Cda uscente ha deliberato un acconto che è superiore ai prezzi medi definitivi dell’industria: «Una scelta», ha chiosato De Bortoli, «possibile anche per l’andamento della cooperativa in barba alle false illazioni fatte circolare qualche tempo fa». —
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