Un altro distacco di roccia dal Sorapiss
CORTINA. Un boato e poi il crollo. Erano da poco passate le 20 di giovedì sera quando gli abitanti della zona di Federa Vecchia, sulla strada che da Auronzo sale verso Misurina, hanno sentito un forte boato e poi il rumore dei sassi che si infrangevano al suolo, in lontananza. Dopo un primo distacco avvenuto tra la fine del mese di settembre e l'inizio di ottobre, continua insomma a franare la parete rocciosa appartenente al gruppo Sorapiss-Croda Marcora, nel comune di Cortina. Ieri mattina i Forestali del Soccorso Alpino di Auronzo hanno raggiunto a piedi l'area, considerate le condizioni atmosferiche avverse che in questi giorni rendono impossibili spostamenti tramite veicoli. Verso mezzogiorno, dopo che la fitta coltre di nebbia si è dipanata, si è poi alzato in volo anche l'elicottero per effettuare un sopralluogo approfondito dell'area. Fin da subito i Forestali hanno escluso il coinvolgimento di persone, cose e animali.
«Si tratta di un distacco di assestamento», spiega Federico Corrado, commissario capo del Corpo Forestale dello Stato di Belluno, «che segue ai distacchi avvenuti poche settimane fa. E' difficile quantificare il materiale franato, in quanto si è andato a depositare sopra quello già caduto; di certo gli scaricamenti naturali, provenienti dalle cime del Ciadin del Laudo, non sono paragonabili ai 3.000 metri cubi di pietrame rinvenuti nello scorso crollo. Si tratta, infatti, di normali assestamenti post frana».
Un distacco che segue ad un altro imponente nel giro di appena un mesetto: c'è da preoccuparsi?
«Assolutamente no», risponde Corrado, «nessuna allerta e nessun allarme. Si tratta di un distacco naturale; anzi, direi che è probabile che ce ne siano ancora in futuro. E' una specifica caratteristica della roccia dolomitica quella di essere friabile. In alcune aree la roccia si sgretola più facilmente che in altre. Il gelo notturno e il disgelo diurno, ossia gli sbalzi di temperatura che in questi giorni e già dagli inizi di settembre sono frequenti tra il giorno e la notte, possono determinare delle fessurazioni e dei possibili distacchi. Sulla parete ci sono altre fessurazioni ben visibili, per questo non escludiamo ipotetici altri distacchi. Specie se gli sbalzi di temperatura resteranno consistenti come in questi giorni».
Della frana si sono nuovamente accorti gli abitanti di Auronzo. La Cima del Laudo è infatti ben visibile da Auronzo, Misurina e dal Passo Tre Croci. Giovedì alle 20.20 gli abitanti hanno avvertito un forte boato; la voce grossa della montagna ha rimbombato per circa un quarto d'ora. Ieri nella tarda mattinata, dopo che le nuvole sono sparite, alzando gli occhi al cielo gli auronzani hanno potuto verificare il nuovo distacco. Sisto Giuseppini dell'Hotel Cristallo a Federa Vecchia ha subito capito che si trattava di una frana.
«Ho sentito un forte boato alle 20.20 precise», racconta, «il rumore è durato un quarto d'ora, un rumore forte. Poi si è sentito ancora qualche strascico. Ho capito subito che si trattava di un'altra frana sul Ciadin del Laudo e infatti oggi (ieri ,ndr) si vede perfettamente il nuovo distacco, anche ad occhio nudo. Con il cannocchiale poi si vede benissimo. Non ho avuto paura, né io né i miei compaesani. Siamo abituati a questi avvenimenti. La dolomia ogni tanto frana, fa parte della sua natura. In autunno soprattutto, con gli sbalzi di temperatura tra il giorno e la notte, è consuetudine che la roccia si sgretoli».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi