Un anno dopo la frana: «Mio marito è morto sui monti che amava»
SAN VITO. Una fiaccolata è partita ieri sera poco dopo le 20 dalla baita San Bar di San Vito, per raggiungere la partenza della seggiovia San Marco dove, dopo un momento di preghiera, sono stati deposti dei mazzi di fiori. L'ora è la stessa in cui lo scorso anno venne giù l’enorme massa di detriti e fango sulla ski area provocando la tracimazione del Ru Secco. In quell'occasione persero la vita tre turisti stranieri: Dirk Bonner e Christiane Sonnemann, entrambi residenti a Monaco di Baviera, e Balvin Zenek della Repubblica Ceca.
Molto sentita è stata la partecipazione dei cittadini di San Vito, che alle 18.30 avevano partecipato numerosi alla messa in suffragio.
Erano presenti alla fiaccolata, oltre alle autorità e alle associazioni di San Vito, anche i parenti delle vittime, i quali avevano già preso contatti precedentemente con il sindaco Franco De Bon che ha fermamente voluto invitarli alla giornata. Durante la cerimonia di commemorazione, De Bon ha raccontato di aver avuto uno scambio di corrispondenza con il padre di Dirk Bonner e della signora Baldinova, moglie di Balvin Zenek, rimasta vedova con due figli. «Il padre di Dirk ci ha ringraziati per la disponibilità e la volontà da parte nostra di spiegare l'accaduto. Abbiamo voluto ospitare la famiglia, e loro hanno ricambiato venendo da noi in forma turistica».
La signora Baldinova è stata salvata, a differenza di suo marito. Nella lettera riportata dal sindaco ringrazia gli uomini che le hanno salvato la vita e lo staff dell'ospedale.
«Per mio marito le Dolomiti erano le montagne predilette. Le abbiamo frequentate assieme per 25 anni. È morto sulle montagne che amava. La mia sopravvivenza è stata un grande miracolo. Auguro a tutti voi il meglio per il nuovo anno».
Durante l'omelia, il parroco don Riccardo Parissenti ha voluto sottolineare che «il ricordo speciale sarà alle ore 20, l'ora in cui rimarrà impresso quello che è successo. Non si può pretendere di avere tutte le risposte», ha continuato don Riccardo, «dobbiamo imparare ad accettare che molto di quello che ci accade intorno è un mistero più grande di noi. Gesù ci chiede di seguirlo nel mistero della croce, che rappresenta il male, nonostante tutto» .
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