«Un atto d’amore e non di odio posso metterli da un’altra parte»

BELLUNO. Titti Monteleone non si capacita delle polemiche nate intorno al suo gesto. «Non ci sono morti di serie A e di serie B» spiega, «dopo la battuta di Gene Gnocchi mi sono sentita così offesa...

BELLUNO. Titti Monteleone non si capacita delle polemiche nate intorno al suo gesto. «Non ci sono morti di serie A e di serie B» spiega, «dopo la battuta di Gene Gnocchi mi sono sentita così offesa come donna che ho pensato di portare un omaggio in piazza dei Martiri, che rappresenta la morte di chi ha creduto in qualcosa. Inoltre Claretta non aveva ruoli di partito. Ho anche scelto di non utilizzare uno dei lampioni dove furono impiccati i partigiani e di non mettere la foto di Claretta in piazza Loreto ma quella della sua tomba. Il mio era un atto d’amore nei confronti di una donna umiliata, l’ho fatto con discrezione». Secondo la ricostruzione della Monteleone, i fiori vengono depositati già qualche giorno fa e nel frattempo ne vengono portati altri. «Ne ero molto contenta» spiega, «ma poi ho saputo che la foto era stata strappata. Allora l’ho riposizionata, io non demordo».

Piazza dei Martiri, secondo la Monteleone, dovrebbe essere «un luogo del ricordo». «Sarebbe bello» spiega, «se due bambini discendenti da un fascista e un partigiano portassero insieme un fiore in quella piazza. Questo è lo spirito con cui l’ho fatto, non volevo offendere nessuno né coltivare odio. Se in piazza non va bene posso spostarlo in un altro posto, non voglio essere fraintesa e far credere che si tratti di un gesto di disprezzo nei confronti di chi fu ucciso in quel luogo».

Un intento che non sembra aver raggiunto l’obiettivo. Il vicesindaco Lucia Olivotto, pur condividendo la sgradevolezza della battuta di Gene Gnocchi, biasima il gesto della Monteleone. «Lo trovo disdicevole» commenta, «perché si omaggia chi era vicino proprio a quel regime che ha impiccato quattro giovani in quella piazza».

«Non giudico la Petacci» aggiunge Fabio Rufus Bristot, che si è interessato dal principio alla vicenda, «e anzi penso che Gnocchi sia sfociato nella vigliaccheria. Ma omaggiare la Petacci in piazza dei Martiri è segno di assoluta insensibilità, se non di certificata provocazione. In qualunque altro posto non sarebbe stato un problema». (v.v.)

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