Un codice di condotta per combattere mobbing e molestie
BELLUNO. Un codice di condotta contro mobbing, molestie e discriminazioni nei confronti dei lavoratori. Lo ha approvato la settimana scorsa la direzione strategica dell’Usl 1 su proposta del “Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni”. In ottemperanza a normative e decreti legislativi europei, nazionali e regionali, l'azienda bellunese si è dovuta dotare di questo strumento che servirà ad evitare comportamenti di mobbing, di discriminazioni di vario tipo e disagi causati da stress da lavoro correlati.
«Su proposta del «Comitato unico di Garanzia (Cug in sigla) che presiedo e che nel tempo ha sostituito il comitato pari opportunità e quello contro il mobbing», precisa Gianluca Romano, dirigente del servizio convenzioni dell’Usl, «l’azienda ha adottato questo codice che mira a prevenire comportamenti che, direttamente o indirettamente, incidono sulla dignità del lavoratore, a partire da ogni azione discriminatoria o capace di creare disagi».
Per denunciare eventuali episodi di mobbing o molestie, l'utente dovrà rivolgersi allo sportello di assistenza e ascolto sul mobbing, sul disagio lavorativo e sullo stress lavoro-correlato, attivato da un paio d'anni allo Spisal. Uno sportello che, nel primo anno di attività, vale a dire il 2013, ha ascoltato cinque utenti: tre sono stati inviati al centro di riferimento per la valutazione diagnostica, che ha confermato, per uno di questi, il nesso tra ambiente lavorativo e problema psicosociale. L'anno scorso, invece, si sono presentati due soli lavoratori, entrambi impiegati in ambito socio-sanitario pubblico o privato, ma per nessuno è stato trovato un nesso tra disagio e ambiente lavorativo.
«Lo sportello», precisa la dirigente dello Spisal, Daniela Marcolina, «è aperto a tutti i lavoratori sia pubblici che privati. Dopo la telefonata, viene fissato un appuntamento e dopo il colloquio si orienta la persona verso gli interlocutori deputati a risolvere il problema: può essere la consigliera di parità provinciale in caso di discriminazione di genere o la Direzione territoriale del lavoro per problemi sugli straordinari o i notturni. A volte, però, il disagio psicosociale è legato alla costrittività del lavoro e quindi interveniamo noi».
Una volta fatta la prima “cernita”, l’utente viene inviato per una consulenza a una nuova figura, che è quella del consigliere di fiducia (nominato per due anni dal direttore generale dell’Usl). Se dovesse essere evidenziato un disagio, questa figura può agire in via informale tramite una sorta di mediazione bonaria tra le parti, oppure in via formale, in base a quanto previsto dai contratti di lavoro, ai regolamenti aziendali. «Con questo codice vogliamo mettere i nostri dipendenti nelle condizioni di lavorare al meglio e creare un ambiente sicuro e sereno dove la dignità e la persona sia rispettata», conclude il dg, Pietro Paolo Faronato.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi