Un comitato in difesa della Valle del Mis
GOSALDO. «Perché in Regione non si trova il coraggio di applicare appieno la normativa nazionale e le direttive europee circa la necessità di inviare al giudizio di Valutazione impatto ambientale il progetto della centralina in Valle del Mis?».
Annunciando la nascita di un comitato ad hoc, lo chiedono la sezione di Feltre del Wwf Veneto, il Cai Veneto, Acqua Bene Comune, Italia Nostra, Lega Ambiente, i pescatori Canne Blu di Agordo e Agordini, Spinning Club Italia e Mosca Club Valbelluna. Una domanda che arriva non solo al settore Via della Regione (che a breve dovrà esaminare anche il nuovo progetto della Camolino-Busche), ma anche a Zaia, all’assessore Bottacin, al ministero dell'Ambiente, al presidente della Provincia e a quello del Parco, al Comune di Gosaldo, agli industriali bellunesi e a En&En, la ditta che chiede la concessione attraverso la California srl.
Ma una domanda, soprattutto, che arriva a poche ore dalla riunione (domani alle 10) nella quale l'apposita commissione regionale dovrà decidere se assoggettare a “valutazione di impatto ambientale” il progetto di costruzione di una nuova centralina in Valle del Mis. Un passaggio chiesto dal Comune di Gosaldo, dal Parco nazionale Dolomiti Bellunesi e dalla Provincia, sul quale tuttavia la Regione tentenna, come dimostra il fatto che la riunione del 4 marzo è stata rinviata al 16 dopo le osservazioni formulate dalla sezione regionale Parchi e biodiversità.
«Perché privare i cittadini di uno strumento utile ad evitare l'ennesimo disastro ambientale? - si chiede il neonato comitato - perché non applicare il principio di precauzione? Il valore della fauna ittica, diatomee, macrofite acquatiche, macroinvertebrati è per i funzionari regionali assolutamente trascurabile? Come non si può capire che costringere un corso d'acqua al regime di magra per quasi tutto l'anno comporta un'alterazione dell'habitat?».
Interrogativi che da soli, secondo il comitato, bastano a optare per la Via, mentre, dicono, i politici e i funzionari della Regione «sembrano propensi a concedere in maniera sbrigativa nuove autorizzazioni". Un altro motivo che, secondo gli ambientalisti, dovrebbe consigliare prudenza, deriva dalla storia che con la Valle del Mis non è stata particolarmente benigna. Essi ricordano infatti l'alluvione del 1966 che spazzò via California («proprio lì dove si vuole realizzare l'opera di presa»), ma anche fenomeni simili di metà 800, del 1952, 1964 e 1993. Sottolineano quindi che nelle commissioni regionali istruite per la valutazione del progetto sono emerse chiaramente delle inesattezze di valutazione e si dicono perplessi circa i tentativi di mitigazione proposti dalla ditta. È alla luce di tutto ciò che annunciano la nascita del comitato che «avrà lo scopo di esaminare, finemente in dettaglio, ogni documento che sarà prodotto per l'approvazione del progetto, richiamando alle rispettive responsabilità ogni singolo attore. Per promuovere poi, se necessario, ricorso dove e presso chi sarà deputato a verificare la liceità delle azioni e/o approvazioni».
«Chiunque intenda procedere, eventualmente, all'acquisizione della concessione e alla realizzazione dell'opera - aggiungono - sappia che troverà chiusa ogni porta che sarà possibile chiudere».
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