Un commissario per le opere olimpiche

La proposta dovrebbe entrare nella legge al varo del prossimo consiglio dei ministri. Obiettivo: rispettare i tempi



Un commissario governativo per le Olimpiadi? La proposta, lanciata da Luca Zaia, su rilancio di Vincenzo Boccia e Giovanni Malagò all’assemblea di Confindustria a Belluno, è rimbalzata ieri al Comitato di indirizzo della candidatura delle olimpiadi invernali che si è tenuto a Milano.

Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, annunciando che la legge olimpica sarà al varo del prossimo Consiglio dei ministri, ha anticipato che in questo provvedimento ci sono i presupposti per un eventuale commissariamento. Il commissario dovrebbe presiedere la struttura che funge da stazione appaltante per le opere pubbliche legate ai Giochi: tutte le opere, non quelle di un comparto o dell’altro, di un territorio piuttosto che di un’area diversa. Non, dunque, commissari settoriali come nel caso di Cortina 2021. Giochi che oggi possono contare su un miliardo, ma che nella programmazione stanno raddoppiando questa previsione.

«Un commissario? Penso che sia fondamentale» ha commentato lo stesso Zaia, aggiungendo che da quel che ne sa nella bozza di legge olimpica «ci sono già gli estremi, il quadro giuridico, per poter pensare anche a poteri commissariali». Il che – ha subito precisato il governatore per tranquillizzare chi accampa riserve – non vuol dire bypassare le leggi, non fare le gare, come le leggende metropolitane fanno pensare, ma vuol dire essere più operativi e soprattutto avere un interlocutore certo.

«Personalmente non ritengo che sia obbligatorio, probabilmente conoscendo il Paese forse è meglio» ha commentato il presidente del Coni, Giovanni Malagò. Un commissario non solo per arrivare in tempo con le opere ma anche per questioni di immagine, di gestione efficace e trasparente dei conti, insomma – specifica Zaia – per fare bella figura, dimostrando che il sospirato Rinascimento è meritato.

Beppe Sala, sindaco di Milano, commissario ai tempi dell’Expo, non è contrario. «Il tema – puntualizza – è trovare una formula che permetta di sveltire e non certo di andare su procedure speciali, di non fare gare o di farle in modo particolare, quindi c’è ancora molto tempo. Ma bisogna cercare di fare le cose più in fretta possibile».

Ed ha ricordato, Sala appunto, che Vincenzo Novari, ad del comitato organizzatore, «sta proponendo una struttura organizzativa leggera con non molte persone, ma oggi ci ha parlato proprio delle linee generali». Non resta che attendere il prossimo Consiglio dei ministri e se ne saprà di più.

«La legge Olimpica giovedì è stato il primo punto all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri – ricorda il ministro Spadafora -, c’erano però ancora alcuni rilievi del ministero dell’Economia su norme soprattutto tributarie, che stiamo già in queste ore risolvendo. L’esame sarà concluso nel prossimo Cdm (la prossima settimana, ndr) con l’intesa tra tutti i soggetti istituzionali che sono a questo tavolo».

All’interno della legge olimpica – ha fatto sapere Spadafora – è stata inserita una norma che consente all’istituto del credito sportivo di avere un ruolo importante nei Giochi del 2026. In ogni caso, specifica il ministro, se non la faremo in questa occasione, la faremo in un momento successivo. E questo per evitare ulteriori ritardi. Adesso, infatti, è importante concentrarsi sulle norme fondamentali affinchè Milano-Cortina 2026 parta, parta bene, nel rispetto di valori importanti. —

Argomenti:olimpiadi 2026

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi