Un consiglio a Mirko ed eccolo a Radio Più. Marco Gaz, colonna sonora di tutto l’Agordino

Otto ore in Luxottica e tre nella “casa” di ezzacasa. È la voce ufficiale del torneo Agordino

Gianni Santomaso
Marco Gaz, in arte dj Fred, visto dalla matita di Erika Andrich
Marco Gaz, in arte dj Fred, visto dalla matita di Erika Andrich

BELLUNO. Racconta che tutto è iniziato in un pomeriggio del 2002 o 2003. «Ero in piazza ad Agordo, davanti al Miniere», dice, «e ho incontrato Mirko Mezzacasa, che non conoscevo direttamente, e gli ho detto che era ora che aggiornasse l’archivio musicale della radio. Lui mi ha risposto, un pelo brusco, che se volevo farlo io potevo andare a farlo io. E così il giorno dopo alle 16.30 mi sono presentato in radio: l’ho visitata, ho conosciuto Claudio Fontanive e poi ho iniziato».

Oggi Marco Gaz, 39 anni, è il direttore artistico e per lo sviluppo musicale di Radio Più, l’emittente agordina sua coetanea, impostasi via via, grazie alla verve e intraprendenza del suo direttore Mirko Mezzacasa, come network ascoltato e seguito in tutta la provincia e fuori. Di questa rete Marco è una maglia tanto silenziosa, quanto importante. È difficile tirargli fuori molte parole per spiegare come e quanto fa, perché si ritrae. «E così po» usa spesso, che in dialetto è una frase per dire «ecco, tutto qua, non c’è molto altro da aggiungere».

Marco abita con la compagna Gigliola e la cagnolina Asia in un bel posto sopra Taibon. Ogni tanto esce «per prendere un po’ d’aria», come dicono i fumatori. «Sono fortunato, sai», dice, «alla fine faccio due lavori, otto ore in Luxottica (al mattino o al pomeriggio, a seconda dei turni) e tre circa in radio. Dico che sono fortunato perché ho lasciato l’istituto alberghiero di Falcade quando ero in terza: ero stato bocciato un paio di volte e non avevo proprio voglia».

Marco Gaz con la cagnolina Asia nella sua casa di Taibon
Marco Gaz con la cagnolina Asia nella sua casa di Taibon

Non si elogia per questo, ma allo stesso tempo non può non riconoscere quello che il lavoro a Radio Più gli ha insegnato. «Ho imparato a chiacchierare», dice, «e ad ascoltare di più la gente, le critiche che mi vengono rivolte al fine di migliorare sempre, perché io prendo seriamente quello che faccio e voglio farlo bene».

Un imperativo personale messo in pratica sin da subito con l’aggiornamento dell’archivio musicale della radio. «È stato un lavoro di due anni e mezzo», racconta, «durante i quali ho preso i contatti con tutte le case discografiche affinché mi mandassero settimanalmente le nuove uscite. Mirko mi ha lasciato carta bianca, ma non è comunque stato semplice. Adesso, ogni giorno, giungono le mail con la scheda del brano che noi possiamo scaricare e trasmettere. Ne arriveranno una cinquantina a settimana, ma io poi ne seleziono una quindicina».

Nel farlo si fida del suo orecchio affinato in tanti anni di ascolto musicale. «Ho suonato solo il flauto alle medie», dice sorridendo, «ma ho sempre ascoltato musica di tutti i generi, anche quella classica: io sono uno che non puoi disturbare il giorno di Capodanno quando c’è il concerto in tv. A casa mia, d’altronde, si è sempre ascoltata musica: mio padre e mia madre erano sempre sintonizzati sulla radio. Io, nel tempo, mi sono costruito un archivio abbastanza corposo. Come faccio a scegliere? È un po’ come quando compri un cd e inizi ad ascoltare le canzoni: se dopo trenta secondi non mandi avanti, vuol dire che è una canzone orecchiabile. Con i brani che arrivano dalle case discografiche faccio lo stesso: se superano la prova vuol dire che sono radiofonici. Finora mi pare che le scelte che faccio siano in linea con i gusti dei nostri ascoltatori. Tuttavia cerco di essere costantemente attento a quello che succede altrove: quando sono al lavoro in Luxottica ho sempre una cuffietta attaccata e ascolto le altre radio per capire su cosa hanno puntato loro».

Marco Gaz, in arte dj Fred, visto dalla matita di Erika Andrich
Marco Gaz, in arte dj Fred, visto dalla matita di Erika Andrich

Da questo lavoro di selezione sono anche usciti due programmi settimanali: quello del sabato pomeriggio con la classifica delle canzoni del momento e Radio Più Première, che ogni fine settimana propone le ultime novità discografiche. Sotto il nome d’arte di dj Fred («me l’aveva dato Claudio perché secondo lui assomigliavo a Fred dei Flinstones, ma si era confuso con l’altro, Barney»), Marco ha fatto parte per qualche anno della squadra dei dj della radio che allietava le serate nei locali agordini e non solo. «Al tempo», ricorda, «andavo al palaghiaccio di Alleghe e proponevo l’intrattenimento musicale tra un tempo e l’altro e quando il gioco era fermo. Nel periodo in cui l’Alleghe giocava a Feltre facevo lo stesso al “Drio le rive”».

Alla grande passione per la musica, Marco ha sempre unito quella per lo sport. Il suo nome in radio è soprattutto legato al Torneo Agordino di calcio e al programma che segue l’Ihl, l’Italian Hockey League. «Anche in questo caso», dice, «non ho mai praticato gli sport, se non un po’ il calcio al torneo agordino dei piccoli, ma li ho sempre guardati tutti: calcio, motori (Formula 1 e MotoGp), curling (Mirko si è stupito del fatto che conoscessi bene le regole quando abbiamo seguito Stefania Constantini alle Olimpiadi). E poi sono un patito di freccette: i tornei inglesi sono fenomenali».

Forse sono la pazienza e la calma che stanno dietro un atto così semplice come lanciare una freccetta verso il tabellone ad affascinare Marco. Forse un po’ rivede se stesso. Dice Mirko: «Può cascare il mondo, ma Marco rimane sempre calmo». D’altronde per lavorare con lui, vulcano di idee, di entusiasmi e di arrabbiature, la tranquillità è una condizione essenziale. Marco non si sbilancia, ma mostra il registro chiamate del cellulare. «Vedi», sorride, «mi sento più con lui che con mia morosa».

Marco c’è, sempre. Serve essere pronti per lanciare la diretta? Occorre condividere sui canali social la notizia dell’ultim’ora? Bisogna preparare il sito perché al mattino sia pronto quando viene pubblicato il primo giornale radio? Serve un autodidatta che risolva un problema tecnico? Lui c’è. Ne combina anche lui «come a dicembre, quando Mirko si è accorto che da agosto non avevo aggiornato Disco Più sul sito».

Ma c’è. Soprattutto c’è tutte le domeniche pomeriggio d’inverno e d’estate per informare gli appassionati di calcio bellunese e agordino. «L’idea», dice Marco, «era venuta ad Attilio De Col, capo della redazione sportiva del Corriere delle Alpi, che aveva detto a Mirko di seguire il calcio bellunese in diretta. Abbiamo, però, dovuto fare i conti con le nostre forze e all’inizio abbiamo puntato sull’Agordina, il Belluno e la Feltrese. Alle spalle avevamo certo l’esperienza del torneo agordino».

Quest’ultimo è un campo in cui Marco è il commissario tecnico. Con la gentilezza e la pacatezza che gli sono proprie ha tessuto una rete di collaborazioni che consentono alla radio di coprire interamente, dal lunedì alla domenica, una manifestazione che è un vanto per l’intera vallata.

«Prima l’ho fatto assieme a Mirko», spiega, «poi sono andato avanti da solo. Vent’anni fa nella mia rubrica c’erano venti nomi, ora ne ho più di duemila. A volte trovo in giro qualcuno che mi saluta, ma io non so chi sia. In questi anni ho avuto a che fare con tanta gente disponibile che mi ha aiutato a far sì che i programmi potessero svolgersi e, con chi mi ha dato una mano, ho sempre cercato di essere corretto».

È un secondo lavoro che assorbe e che dà, che chiede tempo e che fa crescere. «Quando sono in radio non penso a chi mi ascolta e vado sicuro», dice Marco, «ma quando ho iniziato a fare qualche presentazione sul palco giravo sempre la schiena al pubblico, poi un po’ alla volta sono migliorato. Certo, mi piacerebbe che un giorno la radio diventasse il mio lavoro perché ogni giorno c’è qualcosa di nuovo».

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