«Un corridoio tecnologico per sviluppare il Bellunese»

BELLUNO. Corridoio tecnologico. Durante la convention dei Conservatori e Riformisti a Cortina, l’europarlamentare Remo Sernagiotto ha rilanciato la proposta del prolungamento della A27 come, appunto,...

BELLUNO. Corridoio tecnologico. Durante la convention dei Conservatori e Riformisti a Cortina, l’europarlamentare Remo Sernagiotto ha rilanciato la proposta del prolungamento della A27 come, appunto, corridoio tecnologico. Da sfruttare per interrare l’elettrodotto, potenziare la banda larga, farci passare i cavi della telefonia, le condutture del gas, gli acquedotti.

I primi ad usare l’espressione di corridoio tecnologico erano stati gli esponenti dell’associazione Vivaio Dolomiti, «e tutti ci guardavano come extraterrestri», spiegano. «Non siamo una succursale dei Conservatori e Riformisti, perché le stesse cose che abbiamo proposto a Remo Sernagiotto le abbiamo proposte a tutte le altre forze politiche, con progetti e analisi concrete. Ma non sono state capite, magari per ideologia e mancanza di visione futura per la nostra provincia. Anche Sernagiotto al nostro primo incontro ci osservava con stupore, ma dopo aver analizzato e verificato la bontà di quanto proponevamo ha prodotto con la nostra collaborazione gli emendamenti da portare al Parlamento Europeo».

Il progetto, conclude l’associazione plaudendo all’iniziativa dell’europarlamentare, «porterà una svolta per l’intera Europa, mettendo il Bellunese al centro di uno sviluppo socio-economico e togliendolo dalla marginalità attuale, con introiti economici fondamentali anche in previsione di una futura autonomia che senza soldi non sta in piedi. Non mancano le critiche a questa idea, più strumentali che oggettive. Sarebbe importante che chi critica proponesse alternative di pari spessore, vista la situazione drammatica che vive la nostra provincia. Noi dalla critica siamo passati alla proposta, da un progetto assurdo come quello di Terna per il nostro territorio abbiamo pensato ad una soluzione per trasformarlo in un’opera propositiva per un futuro tecnologico e sostenibile».

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