«Un episodio grave che ci preoccupa»

La Questura ha tenuto corsi per tutti gli autisti dei pullman «Abbiamo chiesto loro di segnalarci questi atti violenti»
Una volante della polizia davanti alla questura di Belluno
Una volante della polizia davanti alla questura di Belluno

BELLUNO. «Come questura sentiremo Dolomitibus in merito a questo episodio molto grave, che ci preoccupa in quanto indirizzato su un soggetto debole». Parole del dirigente dell’ufficio prevenzione della Questura, commissario Mirko Denza, sulla vicenda del Comelico.

«Il fenomeno del bullismo non è così presente in questa provincia come in altre. Si tratta di episodi di mini gang, che possono creare problemi ai coetanei all’uscita di scuola. Per questo, come servizio di prevenzione, ci siamo attivati anche con i lavoratori di Dolomitibus per formarli, ma soprattutto abbiamo chiesto loro di denunciare sempre questi episodi», sottolinea Denza. «Nel corso dello scorso anno scolastico alcuni nostri agenti in borghese hanno verificato per due mesi alcune tratte delle corriere per capire il fenomeno. Ma vuoi perché i ragazzi individuano subito le figure che non sono abituali nella loro tratta o vuoi perché siamo stati fortunati in quel periodo del nostro monitoraggio, non abbiamo riscontrato problemi».

Ma questo non non impedisce di continuare a controllare il fenomeno. «Abbiamo tenuto dei corsi di aggiornamento del personale di Dolomitibus in materia di bullismo, danneggiamenti e devastazioni dei mezzi pubblici tramite degli incontri periodici tenuti nelle sedi della società a Belluno, Feltre, Agordo e Calalzo. Gli autisti hanno evidenziato alcune criticità, con comportamenti preoccupanti da parte di alcuni ragazzi e noi abbiamo consigliato loro di denunciare sempre questi atti».

Per il commissario Denza, però, la questione è collegata al fatto che «siamo davanti a una generazione difficile ed è fondamentale il controllo della famiglia e della scuola. Molto spesso servirebbero dei provvedimenti disciplinari anche da parte dei docenti: ci vuole coraggio, ne siamo consapevoli, ma sarebbero educativi. Siamo di fronte a giovani fragili e deboli». (p.d.a.)

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