Un falso dentista truffa il tabaccaio per 300 euro

Un siciliano si spaccia al telefono per un noto professionista e si fa ricaricare la Postepay per pagare il carro attrezzi
Di Gigi Sosso

FELTRE. Tabaccaio truffato. Trecento euro di ricarica, su una scheda Postepay. Al negozio del centro Le Torri di Feltre, era arrivata la telefonata di una persona, che si spacciava per il dentista Moreno Ferro, ma in realtà era Vito Randazzo, un siciliano di Mazara del Vallo. Il titolare Carlo Sangiorgi era uscito momentaneamente, per andare al palaghiaccio Drio le Rive, dove aveva un impegno e al telefono aveva risposto la dipendente Stefania Comel. Durante questo primo contatto, la donna non si era insospettita, di fronte al fatto che il suo interlocutore era rimasto a piedi sull’autostrada e chiedeva aiuto per pagare il carro attrezzi, in mancanza di liquidi.

Era convinta di avere a che fare con un noto professionista, figurarsi se poteva pensare che qualcuno stava cercando di fregarla. Fra l’altro, c’è la benedizione del titolare: gli aveva accreditato i soldi, sulla fiducia. Ma Randazzo ci riprova per altre due volte, chiedendo delle ulteriori ricariche ed è allora che Sangiorgi fa a sua volta una chiamata. Non per scrupolo, ma perché un sospetto comincia a farsi largo a spallate, tra i valori bollati e le sigarette. Compone il numero dello studio dentistico vicino di casa e scopre che il dottor Ferro sta lavorando, come tutti i santi giorni. Non è in giro in macchina, tanto meno ha avuto un guasto, che richiede l’intervento del soccorso stradale.

Trecento euro ce li ha già rimessi e diventa inevitabile un salto dai carabinieri, per presentare una denuncia. Se n’è parlato ieri mattina, al tribunale di Belluno, di fronte al giudice Cristina Cittolin. Non c’è l’imputato in aula e nemmeno il suo avvocato di fiducia. Il testimone da sentire è il maresciallo Stefano Vagnozzi, che è il comandante della stazione di Feltre. Viene ricostruita la vicenda, si snocciolano le tre telefonate dall’utenza dell’imputato a quella della tabaccheria e si arriva a due conclusioni fondamentali: Randazzo ha già ammesso di essere il titolare di quella scheda Postepay e aveva già avuto dei guai per altre truffe simili.

La parte offesa Sangiorgi ha raccontato dettagliatamente la sua disavventura, ma alla fine il pubblico ministero Antonio Bianco ha chiesto di poter sentire anche la sua commessa, pertanto è scattato il rinvio all’udienza del 21 marco 2014, alle 11.30, sempre davanti al giudice Cittolin. Nel frattempo, quella tabaccheria ha cambiato gestione.

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