Un figlio manesco salvato dalla perizia non è più punibile
CESIOMAGGIORE. Non punibile per le lesioni alla madre. M.R. era incapace d’intendere e volere all’epoca dei fatti contestati a Cesiomaggiore. L’ha stabilito lo psichiatra incaricato dal giudice Feletto, dopo che era stato il difensore Rovelli a chiedere la consulenza, quando ormai la discussione finale era terminata: il pubblico ministero Pesco aveva già chiesto otto mesi di reclusione e l’avvocato di parte civile Bastianon aveva aggiunto un risarcimento danni, a nome della mamma. Non si può procedere e il processo è finito così.
I fatti contestati erano del 19 ottobre di cinque anni fa. La donna aveva schivato un pugno del figlio, ma si era fatta male lo stesso, perché aveva perso l’equilibro ed era andata a sbattere con la testa contro un mobiletto e con una mano sullo stipite di una porta. È stata costretta a rivolgersi al Pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria del Prato di Feltre, dove i medici le hanno diagnosticato la frattura del pollice della mano destra e un trauma cranico non commotivo per una prognosi complessiva di 30 giorni.
È stato il marito ad allertare i carabinieri e la sorella dell’imputato a propiziare la denuncia. I militari della stazione di Santa Giustina hanno ricevuto la chiamata alle 16.35 e si sono precipitati in quella casa di Cesio, dove c’era stato un violento litigio tra madre e figlio. La donna piangeva al loro arrivo, ma non aveva segni visibili sul corpo ed è stato trovato un bastone, che però non è stato utilizzato dall’attuale imputato.
Imputato nei confronti del quale adesso non si può procedere, perché ritenuto incapace d’intendere e volere. —
G.S.
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