Un fiore per 140 feltrini dimenticati
FELTRE. I giovani della Comunità Villa San Francesco di Facen e della cooperativa Arcobaleno’86 di Feltre si recheranno sabato nel cimitero urbano di Feltre e deporranno sulle 140 tombe abbandonate un fiore da loro coltivato. «Insieme al fiore», riferiscono i ragazzi che ieri hanno compiuto una ricognizione, a anche un pensiero che impegni il senso del risorgere, la pietra da rotolare, con il cuore attento alla memoria del futuro, sempre grati a Dio e agli uomini del mondo, in particolare a quelli che hanno vissuto prima di noi, qualche volta seppelliti troppo in fretta, come dimenticati».
Un gesto di una nobiltà straordinaria, tanto che il sindaco Paolo Perenzin ha assicurato che farà di tutto per partecipare. Mai nessuno, prima d’ora, si è preso cura di ben 140 feltrini morti a cui non viene riservato nemmeno un secondo di memoria. Non si tratta di un’iniziativa estemporanea, ma di una tappa di quell’itinerario della “restituzione” che i giovani hanno intrapreso in quest’anno educativo. «Si tratta di restituire alla società quello che abbiamo ricevuto e che stiamo ricevendo in formazione, in educazione», spiegano i protagonisti. Nove di questi ragazzi hanno firmato un “Impegno Educativo di Restituzione”, come è stato definito, con i sindaci dei loro comuni di provenienza e per tutto il 2018 saranno impegnati in vari attività. C’è chi ringrazierà per l’assistenza ricevuta contraccambiando con prestazioni musicali nella scuola materna di Foen, altri hanno creato 1.200 vetrofusioni per i nati presso la pediatria dell’Ospedale di Montebelluna, altri ancora provvedono alla manutenzione del vecchio cimitero di Facen, al riordino delle fontane, del lavatoio e di qualche capitello nel paese di Facen, altri alla lettura di racconti e poesie per gli anziani in una Casa di Riposo del feltrino. E poi la catechesi in una parrocchia, l’ausilio scolastico a un ragazzo che vive in Comunità e via raccontando.
Ma i 140 morti a cui nessuno pensa? «Per loro una preghiera, anzi più d’una, insieme ad un fiore», spiega il direttore Aldo Bertelle, «affinché pure loro possano risorgere a nuova vita, come tutti noi speriamo».
Intanto Villa San Francesco sta organizzando una festa per l’affreschista Vico Calabrò, responsabile dell’attività artistica in comunità. Appuntamento sabato 7 aprile alle ore 17. 30 a Facen. Calabrò nasceva 70 anni fa ad Agordo. Il 7 aprile 1961 Calabrò avviava la sua carriera di affreschista. Nel 1980 arrivava in comunità, dando vita a lunghi decenni di cooperazione. Nel 1993 con la passione che lo caratterizzava dava avvio alla “Casa degli Affreschi” che nel venticinquesimo anno di vita ne conta 88, con frescanti di 14 nazionalità.
«Nel settantesimo anno di vita di “Villa San Francesco» (1948-2018), siamo lieti di invitare alla presentazione del libro: 25 anni di affresco in casa Emmaus», è l’annuncio di Bertelle, «curato da Vico, direttore artistico della Comunità e della “Casa degli Affreschi”, edito dalla Linea Quaderni diretta dall’avvocato Enrico Gaz. È il racconto minuzioso di storie artistiche ed umane vissute in una casa di solidarietà e di accoglienza, abitata e vissuta da chi è toccato prima del tempo diventare uomo».
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