Un fondo welfare territoriale per far ripartire la provincia
belluno
«La vostra esperienza è una delle migliori in Italia, soprattutto perché vede la compartecipazione di più soggetti, in un’ottica di squadra e area vasta». Sono parole entusiaste quelle espresse da Gaetano Sateriale, coordinatore nazionale del piano del lavoro della Cgil e da Cristian Ferrari, segretario veneto della Cgil, presenti all’incontro organizzato dalla Camera del Lavoro e dallo Spi per presentare il nuovo progetto di “fondo di welfare territoriale”.
Un fondo che dovrebbe, negli intenti, nei prossimi tre anni, avviare dei piani concreti di sostegno ai giovani, alle famiglie, agli anziani per invertire la tendenza allo spopolamento del territorio.
I partners del progetto sono i Comuni, i sindacati, il Consorzio Bim Piave, le categorie economiche, sotto il coordinamento della Provincia di Belluno. E saranno questi soggetti a mettere le risorse necessarie per avviare i piani, attingendo anche ad altri finanziamenti che arrivano ad esempio dai Fondi comuni confinanti, ma anche come ha sottolineano Roger De Menech «dai fondi per le aree interne, da quelli Letta. L’importante è fare una scelta e definire le priorità», ha detto il deputato, sapendo che «oggi il nodo fondamentale per contrastare lo spopolamento e l’isolamento dei territori è garantire i servizi. Soltanto così si potrà trattenere le persone in provincia», ha detto Renato Bressan, segretario dello Spi Cgil.
Del fondo ad oggi esiste un regolamento che ha passato il vaglio delle categorie economiche e che presto sarà sottoposto all’attenzione della Conferenza dei sindaci. «Con questo regolamento è stato istituito un tavolo tecnico che dà l’indirizzo politico del fondo», ha precisato Francesca De Biasi, incaricata da palazzo Piloni a seguire il progetto, «costituito da tutti i partners a cui si associa un comitato di gestione, sempre composto dagli stessi membri del tavolo, che è il produttore di idee. Inoltre, sarà istituito un ufficio all’interno di palazzo Piloni ad hoc per questo progetto. Il regolamento avrà validità tre anni».
Dal canto loro le categorie economiche hanno ben accettato questo progetto come ha precisato la presidente di Confartigianato Claudia Scarzanella che ha evidenziato la novità «che il territorio per la prima volta si dimostra compatto nell’affrontare il problema dello spopolamento», chiedendo anche che «le imprese, che decideranno liberamente di aderire al fondo, possano avere una deduzione fiscale perché tutto questo non sia visto come un ulteriore aggravio di spesa». Il progetto dovrebbe essere pronto entro la fine dell’anno.
Sono 17 i provvedimenti già inseriti nel regolamento del fondo. «Per far tornare i giovani che se ne vanno a studiare via», anticipa Bressan, «si costruiranno tirocini post laurea da favorire con borse di studio o finanziamenti. Per incrementare le nascite si deve agire, aumentando gli asili nidi; oppure per le giovani coppie si potrebbe pensare di aiutarli nel pagamento dell’affitto di una casa oppure prevedere delle convenzioni con gli istituti di credito per agevolarli nel pagamento del mutuo. In caso di bisogno le banche potrebbero sospendere i ratei e il fondo potrebbe pagare gli interessi. Contro la solitudine degli anziani si prevede un sostegno a iniziative particolari come la badante di quartiere, l’assistente serale, incrementando sperimentazioni che in alcuni comuni stanno già partendo». —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi