Un “giovanotto” classe 1939 fa rinascere il salto a Cibiana

Amedeo De Zordo ha iniziato un anno fa con due tre ragazzini su un trampolino fatto di neve 

CIBIANA. A Cibiana si prova a fare rinascere la grande tradizione del salto con gli sci. E lo si fa con un “giovanotto” classe 1939, Amedeo De Zordo. In questo inverno, infatti, l’ex saltatore e combinatista si è messo a disposizione dello Sci club Cibiana e di alcuni ragazzi per insegnare loro la tecnica e i segreti del salto. A Forcella Cibiana hanno così costruito un piccolissimo trampolino artigianale, fatto di neve e ghiaccio: e lì, una volta a settimana, si salta.



«Piccoli salti di cinque-sei metri, in assoluta sicurezza» racconta De Zordo, «era da qualche anno che pensavo di far ripartire l’avventura del salto, di riallacciare i nodi con la grande tradizione che avevamo negli anni ’60. Nel 2020, grazie alle maestre Giulia e Monica, siamo partiti pian piano, con due-tre ragazzi, quelli più predisposti. Quest’anno i ragazzi sono cinque-sei e questo è qualcosa che fa ben sperare».



Lei e lo Sci club Cibiana avete gettato il seme, con l’auspicio che cresca una pianta e porti frutti...

«Lavoriamo senza illusioni ma con tanta speranza», dice ancora De Zordo, che in gioventù ha vestito l’azzurro da junior nella combinata nordica («ero più dotato nel salto che nel fondo», sottolinea), «sarebbe bello, nel giro di un paio d’anni, portare qualche ragazzo a fare un’attività più strutturata, farlo gareggiare a livello nazionale. Mi rendo conto che non è facile, per due motivi: i pochi bambini e le poche strutture. Ma anche noi all’epoca, negli anni Cinquanta, abbiamo iniziato così, con il poco, e quelli più bravi sono riusciti ad arrivare a gareggiare ai Mondiali e alle Olimpiadi. Perché non provarci»?



E le strutture?

«Abbiamo parlato con il sindaco Gosetti», prosegue De Zordo, «e stiamo studiando la possibilità, per la prossima stagione, di realizzare un trampolino vero e proprio, in terra battuta, vicino a dove sorgevano quelli di una volta. Allora ce n’erano quattro: il grande, il piccolo, più altri due che servivano per i salti dei ragazzi».

«L’idea di riprovarci col salto è nata lo scorso anno, in sordina, ma sta riscuotendo interesse», aggiunge Marco Olivotti, dello Sci club Cibiana, sodalizio nato nel 1927, «abbiamo recuperato, anche in Germania, del materiale adatto ai ragazzi e siamo partiti, affiancando l’attività del salto a quella del fondo, che portiamo avanti con le Elementari di Cibiana e con una quarantina di ragazzi della Valle del Boite e del Centro Cadore. È bellissimo vedere come Amedeo, che ha passato gli ottant’anni, si sia rimesso in gioco con i ragazzi».

Che cosa potrà accadere?

« Difficile dirlo. Proviamo a iniziare un percorso, vedremo dove riusciremo ad arrivare».

Negli anni Cinquanta si partì dal nulla e si arrivò lontano, come racconta bene il libro “Quei ragazzi nati sotto I spighe de Roan”, opera che Osvaldo Da Col ha pubblicato nel 2014. Si cominciò, in realtà, addirittura prima, su trampolini di neve, negli anni successivi alla prima guerra mondiale. Pian piano si sviluppò e si consolidò una vera e propria “scuola”: Cibiana per due decenni è stata infatti uno dei grandi centri italiani della specialità, sfornando atleti che costituivano l’ossatura della nazionale azzurra e che in campo internazionale ottenevano risultati fenomenali: su tutti il record mondiale di Nilo Zandanel, con un salto di 144 metri nella tedesca Oberstdorf. Le imprese cibianesi nascevano sui trampolini che erano stati costruiti sul posto: inaugurati il 16 marzo 1952, funzionarono fino al 1966, quando l’alluvione spazzò via tutto. —



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