Un mercato coperto fra nicchie e navate

L’idea del Comune per recuperare e valorizzare l’ampio spazio
BELLUNO. L’aria è fredda. Dalle finestre, rotte o scardinate, entrano spifferi gelati. Non c’è illuminazione, nella chiesa sconsacrata che fu Collegio dei Gesuiti, alle porte del centro storico. Ci si muove in punta di piedi, affascinati dal colonnato imponente e dallo spazio immenso. Ci si aiuta con una torcia, mentre ci si addentra verso il fondo della chiesa progettata da Andrea Pozzo all’inizio del 1700. Il portone verde che si vede da via Tasso è murato dall’interno. A sinistra c’è una scala in legno. Gli scalini scricchiolano. Venne costruita in epoca napoleonica, quando la chiesa venne sconsacrata e diventò un deposito di armi. Per ricavare maggiore spazio per le munizioni, la chiesa venne anche divisa in due, in altezza. Il soppalco regge, il soffitto a travi di legno è stato costruito bene, all’epoca, tanto che lo spazio al primo piano sarà interamente recuperato. Esattamente come quello della ex chiesa dei Gesuiti.


Presto l’immobile diventerà di proprietà del Comune, che lo acquisirà «a costo zero» dal Demanio. Il progetto definitivo è in via di realizzazione (se ne sta occupando lo studio TA architettura di Mestre, che ha curato un intervento analogo per la chiesa della Misericordia a Venezia), ma il Comune ha ben in mente come trasformare quell’enorme spazio. Si parla di 500 metri quadrati al piano terra, altrettanti in quello superiore. «Al piano terra vogliamo realizzare una piazza coperta», annuncia il sindaco Jacopo Massaro, che si unisce alla visita organizzata dall’assessore Franco Frison per mostrare quello spazio austero e ricco di potenzialità che ci si appresta a far rivivere.


«Ci piacerebbe creare un parco giochi coperto, ma anche un mercato. Tutte le grandi città ne hanno uno, a Belluno manca e sarebbe un’opportunità per riportare il baricentro del commercio in centro storico». Fra le nicchie adagiate ai margini delle navate laterali potrebbero collocarsi i banchi della frutta, della carne, dei latticini, del pesce.


I lavori da fare all’interno sono molti. Bisogna rifare i pavimenti, gli impianti, i serramenti, gli intonaci. Il progetto di valorizzazione della ex chiesa dei Gesuiti è inserito nel piano di rigenerazione urbana, che il governo ha finanziato con 18 milioni di euro. L’intervento sull’immobile che si affaccia su via Tasso e sul Parco Città di Bologna ne vale da solo 2,2. «I progettisti hanno già fatto un sopralluogo», prosegue Frison. «Stanno preparando il progetto definitivo». Che prevederà dunque l’intera sistemazione degli spazi interni. Il piano terra diventerà una piazza coperta, che si potrà attraversare in tutta la sua lunghezza da via Tasso al parco Città di Bologna. Il muro di contenimento del parco giochi cittadino, che lo divide dal parcheggio posteriore del complesso della Tasso (in questa zona c’è il cancello che permette di accedere alla chiesa), sarà demolito. Il primo piano, invece, sarà recuperato per organizzare eventi: concerti, piccoli spettacoli, convegni. «Il solaio è buono», precisa Frison. «Così come l’intera struttura muraria dell’edificio».


La visita inizia nel dedalo di scale e corridoi dell’ex complesso militare. Una parte è stata ristrutturata e ospita gli uffici della Ragioneria di Stato, dell’Ispettorato del lavoro e della Digos. Tutti gli accessi alla chiesa dei Gesuiti, però, sono stati chiusi, per ragioni di sicurezza. Murati, o interdetti con pesanti catene. Entriamo nella chiesa dal retro, posando i piedi dove un tempo c’era l’abside. La navata centrale si apre davanti agli occhi. Le due file di colonne, sette per lato, accompagnano lo sguardo fino al portone principale, quello che dà su via Tasso. È murato anche questo, dall’interno. Stessa fine che è stata riservata ad alcune delle nicchie distribuite lungo le navate laterali: «Per ricavare spazi da adibire a magazzino, in epoca napoleonica, i volumi della chiesa sono stati modificati», prosegue Frison. È sempre in quell’epoca che vennero creati il colonnato e il soppalco, che divide lo spazio in altezza.


In pratica il Comune avrà presto a disposizione due aree di 500 metri quadrati ciascuna, da valorizzare. E da far conoscere ai bellunesi. «Ci vorrà del tempo perché apra il cantiere», continua l’assessore. «Prima che inizino i lavori ci piacerebbe organizzare delle visite guidate all’interno della chiesa, appoggiandoci a qualche associazione del territorio». Il cantiere di ristrutturazione aprirà non prima della fine dell’anno, più realisticamente nel 2019. Un anno (più o meno) di lavori e anche Belluno avrà la sua piazza coperta. Facendo rivivere uno spazio abbandonato che non merita affatto di rimanere sconosciuto.


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