Un milione per le ristrutturazioni è il piano contro lo spopolamento

SOVRAMONTE. Un bando da un milione di euro sarà pubblicato dal Comune di Sovramonte con i fondi di confine 2013/2018, per ridurre in maniera drastica i costi di ristrutturazione delle case di proprietà dei cittadini. È un progetto che si chiama “residenzialità” e serve a frenare la fuga nei comuni di fondovalle, ma soprattutto per favorire il ripopolamento dell’altopiano e la riqualificazione urbana dei centri storici.
Il progetto è unico nel Feltrino ed è sperimentale: se le previsioni saranno rispettate, nulla impedirà che possa essere riproposto ed esportato in altri comuni. Questo tiene a sottolineare il sindaco Federico Dalla Torre, che ha scelto di fare un investimento di tipo socio-demografico sull’altopiano: «L’ente proponente, in questo caso il Comune di Sovramonte, mette a disposizione un milione di euro e apre il bando a famiglie anche monoparentali, purché residenti, per coprire al 40 per cento i costi della ristrutturazione. La parte rimanente, il 60 per cento, è a carico dei privati cittadini, che intendono sistemare le case di nonni o le case paterne, magari chiuse da anni. Fra il contributo a fondo perduto che arriva dal Comune e quello della detrazione fiscale che lo Stato salda di anno in anno fino al 55 per cento, i residenti sono incentivati a ristrutturare il vecchio, ristrutturare la casa degli affetti e delle origini e tornare ad abitare sull’altopiano. Mi riferisco soprattutto a quelle coppie che sono in affitto nei comuni di fondovalle più vicini al posto di lavoro, che magari avevano sempre pensato di mettere mano alle case lasciate in eredità ma che finora non hanno potuto farlo per mancanza di risorse economiche. Adesso l’invito è da cogliere. Dalle stime che si sono fatte, nel bando dovrebbero essere comprese le prime venticinque abitazioni».
E se il progetto è pensato fondamentalmente per ripopolare i centri della periferia montana, anche la riqualificazione urbana merita un occhio di riguardo: «Di case chiuse da anni ce ne sono abbastanza, nella nostra zona. La ristrutturazione di questi edifici darebbe una nuova connotazione, più ordinata e gradevole, ai paesi», dice il sindaco. Quello della residenza, o della proprietà della case nell’altopiano, è il primo criterio di accesso al bando, che sarà pubblicato una volta incassato il via libera dell’Odi.
Altro requisito è quello della prima casa di abitazione: «È fatto apposta per richiamare e far tornare i nostri cittadini sull’altopiano e non si tratta di un bando per ristrutturare seconde case. Il principio e la valenza sono queste. Vedremo i risultati. Non è escluso che questo modello sperimentale possa fare scuola anche in altri comuni, all’unico scopo di contribuire al ripopolamento dei borghi».
Laura Milano
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