«Un museo del Palio al castello di Alboino o a Ognissanti»

Michele Balen, a lungo cerimoniere, rilancia la proposta «I drappi d’autore costituiscono già una bella collezione»

FELTRE

Un museo del Palio dove raccogliere, mettere in mostra e conservare i drappi vinti dai quattro quartieri, ma anche i costumi, le armature, le fotografie della storia della manifestazione che nel 2019 compirà quarant’anni, anche se ha appena festeggiato la quarantesima edizione dal momento che nel 1997 si disputò un’inedita doppia sfida, a maggio oltre ad agosto per l’abbinamento con una lotteria nazionale.

Erano ancora gli anni Novanta quando Michele Balen propose per la prima volta l’idea che adesso rilancia. Due i suggerimenti per la sede espositiva: «Al castello di Alboino, oppure nel complesso di Ognissanti prima che diventi un bene di cui l’Azienda Zero regionale si disfa».

Michele Balen, storico del Palio di cui è stato il cerimoniere per tantissime edizioni e adesso consigliere comunale di centrodestra, ha continuato a fare la proposta per qualche decennio, senza ufficializzarla per iscritto ma parlandone con vari sindaci e assessori, privatamente e pubblicamente, anche in occasione di qualche cerimonia d’inaugurazione.

«Siamo al 2018 e il museo del Palio rimane solo nei miei pensieri. Eppure, come ho detto ogni volta, si tratta di un museo già molto ben dotato, a cominciare da una bella collezione di opere pittoriche costituita dagli oltre trenta drappi d’autore». Il più antico è del 1986, vinto da Santo Stefano nell’edizione in cui venne corsa per la prima volta la gara dei cavalli. Ma la rievocazione storica si ripete dal 1979.

«Poi ci sono molti preziosissimi costumi, gli stendardi, le armature, i documenti degli organizzatori, le numerosissime foto e molto altro. Insomma è necessario trovare il giusto contenitore per un museo che ha già un suo buon contenuto e che può essere costantemente alimentato perché ogni anno arriva un drappo nuovo, si assommano i documenti, le foto e le testimonianze», dice Balen.

«In più potrebbe essere una risorsa per i volontari, riutilizzando parzialmente gli introiti del museo per la manifestazione, e il Comune avrebbe una sede espositiva bella e interessante». —



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