Un parco per salvare il Piave

Per arginare le centraline Gamba propone una zona di “ interesse locale” come previsto dalla Regione
BELLUNO. Le parole non bastano, servono gli strumenti giusti. Quello che ha intenzione di impugnare Paolo Gamba per contrastare l’avanzamento delle centraline sul Piave si chiama legge regionale 40 del 1984 e consente al Comune di costituire un “parco di interesse locale” al sicuro dagli impianti idroelettrici.


«Ho studiato la questione e ho trovato la soluzione» spiega Gamba, «costituire un parco di interesse locale. Ciò darebbe modo al Comune di Belluno di imporre le proprie regole di salvaguardia». Lunedì Gamba è stato in Regione Veneto, dove ha analizzato pro e contro di questo strumento. L’obiettivo è mettere a punto la strategia per rigettare il progetto di centralina di Reggelbergbau srl e respingere tutti gli altri tentativi. Un piano di difesa in cui Gamba vuole coinvolgere anche Ponte delle Alpi e Limana.


«Se lunedì prossimo sarò il sindaco di Belluno» spiega Paolo Gamba, «come primo atto porterò in consiglio comunale l’istituzione di un parco di interesse locale, come previsto dalla legge regionale numero 40 del 1984. A quel punto, basterà delimitare nel dettaglio la zona che ricade all’interno del parco, per dettare noi le regole di gestione dell’area. L’articolo 27 della legge dice espressamente che, con l’adozione dello strumento, “la zona o le zone prescelte sono soggette al regime di salvaguardia”. In questo modo, non solo si metterà fine alla questione centraline, ma si imporrà un vincolo anche a Terna, risolvendo due problemi in un colpo solo».


Una pratica, che secondo Gamba, può concludersi in pochi giorni. «Bisogna passare in giunta, in commissione e in consiglio» spiega, «ma in una decina di giorni possiamo essere pronti. Voglio coinvolgere in questo progetto anche Ponte nelle Alpi e Limana, per porre un’unica linea di difesa rispetto al tema idroelettrico ed elettrico».


La salvaguardia proposta da Gamba, però, non sarà un ostacolo alla sviluppo turistico della zona. «La normativa regionale dà la possibilità all’ente locale di proporre altre finalità coordinate. Il Comune di Belluno potrebbe in tal senso perseguire la gestione della risorsa faunistica, la tutela delle acque e la creazione di pacchetti turistici specifici, basati sulla pescaturismo e sull’escursionismo. Per dire No alle centraline servono strumenti concreti».


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