“Un passo dal cielo” si trasferisce a S. Vito e al lago di Mosigo

Il sindaco di San Vito non ammette indiscrezioni: «Se fossero vere, il ritorno di immagine per San Vito, il Cadore, le Dolomiti sarebbe eccezionale»
Gli attori Terence Hill e Gaia Bermani Amaral in una foto di scena della fiction RAI ''Un passo dal cielo'' di Entico Oldoni, in onda dal 10 aprile 2011 su Rai Uno. ANSA/UFFICIO STAMPA LUX VIDE/Alessandro Molinari/Photomovie +++NO SALES - EDITORIAL USE ONLY+++
Gli attori Terence Hill e Gaia Bermani Amaral in una foto di scena della fiction RAI ''Un passo dal cielo'' di Entico Oldoni, in onda dal 10 aprile 2011 su Rai Uno. ANSA/UFFICIO STAMPA LUX VIDE/Alessandro Molinari/Photomovie +++NO SALES - EDITORIAL USE ONLY+++

SAN VITO

Sarà il lago di Mosigo, a San Vito di Cadore, la nuova location di “Un passo dal cielo”. In paese, un esercizio pubblico, ancora in funzione, sta per essere trasformato nella caserma dei forestali. E il sindaco Franco De Bon ha messo a disposizione un edificio municipale, con parcheggio, come base logistica. «Per noi è una seconda Olimpiade», ha telefonato in municipio, riconoscente, uno dei più autorevoli albergatori di San Vito.

L’euforia si legge sui volti dei residenti di borgo Serdes, che per le sue caratteristiche ha subito catturato l’interesse della sceneggiatura e della regia della famosa fiction televisiva. Si sa, però, che nella sesta edizione, la prossima appunto, torneranno in scena Malga Maraja, ad Auronzo, probabilmente il monte Piana, sopra Misurina, e alcune località del Comelico, soprattutto di Comelico Superiore.

Il sindaco di San Vito non ammette indiscrezioni. «Se fossero vere, il ritorno di immagine per San Vito, il Cadore, le Dolomiti sarebbe eccezionale. Una corsia, anzi una pista d’oro per preparci ai Mondiali di sci e alle Olimpiadi».

“Un passo dal cielo” è una delle fiction più viste in tivù e nei cinque anni di registrazione al lago di Braies ha portato tanti di quei visitatori che la provincia di Bolzano ha dovuto chiedere la sospensione del set sul famoso lago; dal 10 luglio nella località saranno ammessi “solo” 5 mila visite al giorno. «Se davvero accadesse, il Comune e la Provincia», aggiunge De Bon, che è componente della giunta-Padrin, «saprebbero ben gestire ogni possibile emergenza. Magari sollecitando la variante Anas che è ancora ai blocchi».

“Se accadesse…”, però, dipende anche dalla Regione Veneto, dalla disponibilità a sostegno della produzione di “Lux Vide”. Per il momento c’è la piena collaborazione della Fondazione Veneto Film Commission, presieduta da Luigi Bacialli, che sta provvedendo alle problematiche logistiche. La Regione ha chiuso il bando da 5 milioni di euro per la promozione del territorio attraverso il cinema ed entro l’estate dovrebbe rendere noti i vincitori. Nell’immediato futuro potrebbero materializzarsi altri accordi. La Lux Vide, che produce la serie, ha fatto girare le ultime scene a Braies (due giornate in giugno) e poi ha fatto armi e bagagli. «Ce ne andiamo con la morte nel cuore», ammettono i responsabili. «Siamo stati lì tanti anni, siamo stati bene, abbiamo lavorato bene, ormai ci sentivamo di casa».

I rumors dicono che la Idm Alto Adige, Innovation Development e Marketing avrebbe suggerito alla Lux di spostarsi in Val Senales, ma la località non è stata riconosciuta idonea. Probabilmente c’è anche un fattore finanziario: Bolzano aveva scucito cifre milionarie nelle prime edizioni, adesso ridotte a 300 mila euro.

Le riprese inizieranno il 13 luglio. San Vito ha accolto il gruppo a braccia aperte. A parte il riserbo del sindaco, si sa che il Comune da un mese ha messo a disposizione un amministratore. Tra i tanti compiti anche quello di rassicurare. C’è chi ha protestato vedendo la troupe girare per i prati, avvicinarsi alle residenze; in municipio ha telefonato, preoccupato, anche qualche proprietario di seconda casa. È ormai prossima la prima informazione e, la cittadinanza, quando saprà di che cosa si tratta, darà ovviamente il benvenuto. Nei Comuni interessati e in Provincia si sta comunque verificando come fare in modo che questa grande visibilità si traduca in un traino turistico effettivo.

«L’anno scorso ci sono state scene girate a Misurina e dintorni che non hanno trovato alcuna citazione», ricorda Tatiana Pais Becher, sindaco di Auronzo. «Si sono modificati i nomi delle malghe, lo chalet sul lago d’Antorno è diventato un emporio, il Pio XII un centro per cani. Non vorremmo, ad esempio», insiste la sindaca, «che altrettanto accadesse in questa edizione. Mi risulta che è stata richiesta a una nostra malga di chiudere ad agosto per consentire le riprese. Il sacrificio è notevole; non vorremmo che fosse accompagnato dalla beffa della non citazione» . —

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