Un piano antimafia in vista dei grandi appalti in provincia
BELLUNO. Un sistema di prevenzione e contrasto alle infiltrazioni mafiose. È quello che sta costruendo la Prefettura di Belluno, in vista dei consistenti investimenti pubblici previsti per Cortina 2021 e dai bandi per i Comuni di confine. «Al momento», spiega il prefetto Francesco Esposito, «questo territorio è immune dal radicamento della criminalità organizzata, ma il rischio di infiltrazione c’è sempre ed è opportuno predisporre un sistema di prevenzione». Tre i fattori di rischio: la crescente mobilità della criminalità organizzata (che tende ad estendere geograficamente il proprio giro di affari e di influenza sull’economia); l’importante previsione di spesa pubblica che rende appetibile il territorio per chi ha la necessità di reinvestire proventi illeciti; e la tradizionale estraneità del bellunese alla criminalità organizzata, tale da far pensare che non vi siano gli anticorpi adatti a fronteggiare il fenomeno.
«Dalla nostra», continua il prefetto, «abbiamo una società che è in grado di reagire positivamente e l’assenza di omertà, ma l’arrivo di centinaia di milioni di euro di investimenti richiamerà l’appetito del crimine organizzato e quindi servono cautele».
Forte di una lunga esperienza operativa in territori ben più complessi, il prefetto Esposito insieme al suo staff e alle forze dell’ordine ha elaborato un piano che sarà portato al vaglio del ministero dell’Interno per la condivisione. Tre le azioni che verranno messe in campo. La prima prevede l’istituzione di un “Gruppo ispettivo antimafia”, già creato e coordinato dal capo di Gabinetto Andrea Celsi, formato da polizia, carabinieri, guardia di finanza e Dia. Il gruppo farà un attento monitoraggio degli appalti, per individuare situazioni anomale e sintomatiche di tentativi di infiltrazione mafiosa. Inoltre ci sarà un monitoraggio del settore immobiliare, perché le opere pubbliche saranno di portata tale da trasformare i valori di mercato e uno dei canali di infiltrazione potrebbe riguardare proprio l’ambito immobiliare.
Verrà quindi attivata una rete tra le banche dati esistenti (seconda azione): Camera di commercio, Agenzia delle entrate, Ordine dei notai, allo scopo di mettere insieme e incrociare tutte le informazioni possibili individuando i passaggi di proprietà o altre operazioni sospette. Il prefetto ha già organizzato un tavolo con alcuni soggetti che detengono banche dati utili e che hanno dato la loro disponibilità. Per ottimizzare il lavoro, tuttavia, è necessario circoscrivere l’attenzione e avere strumenti in grado di “dare l’allarme” al momento giusto.
La terza azione riguarda proprio il controllo telematico dei cantieri, perché è vero che la legge antimafia dà al prefetto il potere di accesso ai cantieri, ma è altrettanto vero che un’azione mirata è più efficace. «Esistono software in grado di incrociare i dati e dare l’allarme», spiega il prefetto, ma c’è un altro elemento necessario: la conoscenza dinamica e continua dei “settimanali di cantiere”, cioè i registri obbligatori che raccontano la vita del cantiere, dalle forniture ai subappalti agli operai presenti. La Prefettura chiederà alle stazioni appaltanti di inserire nei bandi l’obbligo di mettere in rete i settimanali di cantiere, con sanzioni contrattuali per carenze e inadempienze.
«La manifestazione dell’infiltrazione mafiosa è spesso subdola», chiarisce il prefetto Esposito, «penso ad esempio ai “noli, a caldo o a freddo” (cioè il noleggio di macchinari particolari, con o senza operatore) che non seguono le rigide norme sugli appalti e subappalti, ma sono più snelli e possono rivelarsi Cavalli di Troia per l’infiltrazione della criminalità organizzata nel cantiere. Per questo il “settimanale” diventa essenziale, insieme al software che darà l’allerta, consentendoci di indirizzare con precisione gli accessi per i controlli».
Questa piattaforma, dunque, valorizza le attività di analisi e di indagine a fini preventivi, riducendo i costi anche grazie all’effetto dissuasivo. «Blindiamo la porta degli appalti pubblici in provincia», riassume il prefetto, «con un progetto ambizioso che necessita della collaborazione di tante realtà, perché questa società è sana ma non preparata».
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