Un piano per reinserire i seimila disoccupati
I sindacati presentano un documento «unico per il Veneto» al tavolo provinciale «Incrociamo le richieste delle fabbriche con le professionalità a disposizione»

02/10/01 TV. Nuova sede del collocamento. (Rea)..© Paolo Balanza
BELLUNO. Associazioni di categoria, Provincia e sindacati uniti per far sì che i circa 6 mila disoccupati del Bellunese possano rientrare nel mondo del lavoro. Procede il tavolo per le politiche attive del lavoro a Palazzo Piloni, un confronto voluto dalle parti sociali per mettere in comunicazione chi cerca un impiego con chi lo offre.
«A oggi», sottolinea la dirigente provinciale del settore lavoro e dei Centri per l’impiego, Gabriella Faoro, «nel nostro territorio ci sono 5.780 disoccupati attivi, persone che hanno perso l’occupazione ma che si stanno muovendo per trovarne un’altra. Di questi, seicento hanno più di 60 anni, una fascia critica per il reinserimento nel mondo del lavoro». Da questo conteggio sono esclusi i portatori di handicap, che hanno canali diversi, e anche coloro che da tempo non cercano più un impiego. «Ma dobbiamo inserire i circa quaranta addetti usciti dalla Ferroli, ormai chiusa, e l’altra quarantina della Karma, l’azienda dell’Alpago che produceva detersivi».
Uno sforzo enorme quello che viene chiesto al territorio e alle parti interessate, ovvero sindacati e imprenditori, per riuscire a reinserire un numero così elevato di persone in difficoltà. Una sfida che viene accolta volentieri dalle parti sociali, che hanno già presentato al tavolo un documento che mette nero su bianco una proposta di metodo da seguire per incrociare domande e offerte di lavoro.
«Da un lato il documento prevede che le aziende facciano una ricognizione puntuale delle figure professionali a loro indispensabili; dall’altro è necessario capire quali bellunesi, tra i 6 mila senza lavoro, rispondono a queste richieste, magari dopo aver affrontato un corso di riqualificazione», dice Rudy Roffaré, segretario aggiunto della Cisl di Belluno e Treviso. Gli fa eco il capo della Camera del lavoro, Mauro De Carli: «Il documento per quanto ci riguarda è condivisibile al 100%». Ed è proprio questa la questione: il progetto deve essere sottoscritto anche dalle associazioni imprenditoriali, sia industriali che artigiane. Associazioni che si sono prese qualche settimana per studiare bene il testo ed esprimere il consenso. La speranza è che tutti, anche chi per ora può nutrire delle perplessità, possa dare il proprio assenso, così da partire al più presto con il piano che «ha strappato il placet della stessa Regione e in particolare dell’assessore Elena Donazzan, che lo vuole esportare in tutto il territorio veneto. La nostra, infatti, è un’esperienza unica nel panorama che potrebbe fare scuola», concludono i sindacati e la stessa Faoro.
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