Un rifugio antiaereo sotto la voragine

A cedere è stato il soffitto di una delle due gallerie risalenti alla prima guerra mondiale, martedì previsti nuovi sopralluoghi

PIEVE DI CADORE. Non sarebbe stata la natura, ma l’uomo, a provocare la voragine che si è aperta giovedì mattina in località Galghena, a Pieve di Cadore. «Secondo le prime indagini effettuate dalla ditta Ad Geo di Diego Albanese di Vicenza, su incarico della Provincia di Belluno», spiega il sindaco Maria Antonia Ciotti, «la voragine che si è aperta tra le due villette delle famiglie Cosmo e Veronese non avrebbe un’origine naturale, ma sarebbe stata provocata dalla caduta del soffitto di una galleria scavata prima della seconda guerra mondiale per la costruzione di un rifugio antiaereo. Questo rifugio», aggiunge il sindaco Ciotti, «partirebbe circa quattro metri sotto il piano stradale della provinciale che da bivio di Tai porta a Sottocastello, proprio nelle vicinanze della scaletta che dopo 100 metri dall’incrocio interrompe il muro di sostegno della strada per consentire l’accesso alle due villette, che si trovano sopra la strada stessa. Secondo i primi sondaggi la galleria avrebbe la forma di un ferro di cavallo e avrebbe due fori: probabilmente uno di entrata e uno di uscita. Le due “gambe” del ferro di cavallo, corrono ambedue sotto la sede stradale. Ma la gamba corrispondente alla voragine sarebbe vuota e, da quì, il crollo della volta. L’altra galleria sarebbe stata riempita di materiale e sinora non ha mai dato problemi. Gli incaricati della ditta specializzata, dopo aver effettuato i sondaggi, sono rientrati a Vicenza e ritorneranno martedì per completare il sondaggio. Torneranno attrezzati di radar speciali, con i quali cercheranno di comprendere il contenuto delle gallerie. Quel giorno ci saranno due scalatori del gruppo Ragni, ai quali sarà affidato il compito di scendere sotto la sede stradale per individuare i due ingressi, che sarebbero sulla destra, quattro metri sotto il ciglio della strada. Solo una volta completato lo studio della zona sarà possibile capire cosa fare per mettere in sicurezza le due case e la stessa strada».

L’indagine dell’azienda vicentina corrisponde a quanto ricordano gli anziani di Tai nati tra il 1918 e il 1930, secondo i quali le gallerie risalirebbero alla prima guerra mondiale e collegavano il Rio Galghena, che scorre sotto la strada provinciale. Gallerie che, sempre secondo gli abitanti di Tai più anziani, sarebbero ben più di due. I “nonni” ricordano che in quegli anni utilizzavano i tunnel per giocare e ricordano che gli ingressi erano proprio sul ruscello che scorre sotto la strada. Erano stati semplicemente scavati nella terra, senza l’uso di protezioni e sarebbe un fatto naturale che le volte, un po’ alla volta, crollino. Sarebbero stati utilizzati fino alla fine della seconda guerra mondiale e sarebbero serviti anche come deposito di armi. Alla fine del conflitto, quando i tedeschi si sono ritirati, una delle gallerie sarebbe stata fatta esplodere proprio per occultare le armi contenute al suo interno.

Vittore Doro

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