Un ruolo da ritrovare

Quale peso avrà il quadro politico nazionale sulle elezioni di Belluno e di Feltre? Poco, si augurano incrociando le dita, i politici nostrani del centrosinistra. E approfittano dell’occasione per ricordare agli avversari che Berlusconi quando era al governo non si dimise dopo che la Casa delle Libertà aveva perso di brutto le elezioni regionali. Dunque un voto contro Prodi, con la speranza di mandarlo a casa, dicono, è inutile. Il voto pesa tanto, replicano dal centrodestra, sottolineando come Prodi si regga su un vantaggio minimo al Senato. Tutta la campagna elettorale del centrodestra, nella città capoluogo in particolare, si è giocata sul doppio binario: vincere a Belluno per dare una spallata al governo. Ma né Prodi né Berlusconi saranno chiamati ad amministrare la città di Belluno. A sedersi a Palazzo Rosso per cinque anni saranno o Antonio Prade, o Luigi Roccon o Maria Cristina Zoleo. E’ un sindaco, quello che i bellunesi sono chiamati oggi e domani a scegliere, non un capo del governo. E lo stesso vale anche ovviamente per Feltre. Belluno dunque. Da anni Belluno non c’è. Nel senso che ha perso, se mai lo ha avuto, il ruolo di capoluogo della provincia. E’ una città, ma troppo spesso una cittadina, che non guarda quasi mai fuori dalle proprie mura, a volte non arriva a guardare neppure alle proprie frazioni.


Guarda al suo interno, alle beghe di partito o di schieramento. A beghe di potere. Ha lasciato totalmente il ruolo di guida del Bellunese, all’ente Provincia. Ha avuto la sfortuna, Belluno, di trovare a Palazzo Piloni negli ultimi anni persone come De Bona e Reolon che sono riuscite, molto più che in tutte le altre Province del Veneto, a far convergere sull’Ente un grande potere politico e amministrativo. Belluno c’è poco e ultimamente non c’è stato del tutto. Ma questa provincia, nel senso di territorio, ha bisogno di questa città. E la città ha bisogno di guardare oltre, di mettersi in rete con gli altri paesi che formano il piede del Bellunese, da Longarone a Feltre, lungo la naturale cerniera della Valbelluna. Non è solo una questione di strade. E’ una questione di rifiuti, di programmazione urbanistica, di servizi per gli anziani, di impianti sportivi, di tecnologie e di ambiente. Basta pensare al futuro Pat, piano di assetto territoriale, di cui tutti dovranno dotarsi. Sarà il caso di fare squadra (termine abusato ma che rende ancora l’idea) per pensare insieme ad uno sviluppo armonico della Valbelluna. Ma questo è solo un esempio. E’ dunque prima di tutto una questione di visione strategica che vedrà Belluno, nel senso di Provincia, sempre più impegnata a farsi paladina dei bisogni della montagna. In questi mesi di grande dibattito su autonomie e specificità, su secessioni e ipotesi di soluzioni, dove è stata Belluno, nel senso di città? E’ stata impegnata, a destra come a sinistra, a trovare un candidato per conquistare Palazzo Rosso. Risolta la partita, tra oggi e domani o con la coda del ballottaggio tra quindici giorni, è bene che cominci una stagione diversa. Oggi alle urne i cittadini di Belluno sceglieranno a chi affidare anche questo compito.


Il centrodestra, dopo aver tentato di far candidare il parlamentare Maurizio Paniz, si è compattato attorno al suo delfino Antonio Prade, appoggiato da sei liste: il tentativo è quello di dare continuità ad un progetto che era soprattutto di Bortoluzzi. Maria Cristina Zoleo, scelta prima dal suo partito, la Margherita, poi dalle primarie del centrosinistra, è riuscita a portare, sparpagliati nelle tante liste (sette), gran parte degli uomini di governo della città negli ultimi anni. E poi c’è il «terzo incomodo», Luigi Roccon, che con la presenza della sua lista porta quasi sicuramente Belluno al ballottaggio tra quindici giorni. Ma questa partita amministrativa va ben al di là di Belluno. Vanno al voto realtà importanti per il territorio provinciale come Feltre e Cortina, realtà nell’occhio del ciclone come Lamon, paesi come Pieve, cuore del Cadore. Tutte le vallate, tutti i territori sono interessati.


A Feltre c’è lo scontro tra Gianvittore Vaccari e Alberto Brambilla: l’ex sindaco leghista e il sindaco uscente, otto anni di esperienza l’uno, quattro anni l’altro. Il ballottaggio è praticamente certo, per la presenza dei due outsider Marco Scapin e Marisa Dalla Gasperina. Sono stati anni travagliati gli ultimi, per Feltre. Nell’occhio del ciclone la viabilità e gli ascensori. Soprattutto su questi temi si decide il risultato di oggi e domani. Cortina non ha problemi di schieramenti. La partita si gioca tutta nel centrodestra (sentir parlare di centrosinistra a Cortina fa venire l’orticaria). Incognita a Lamon: il vento referendario soffia ancora? Il voto darà una risposta. A Lamon come in tutti gli altri paesi.

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