Un silos abbandonato coperto da un murales: è l’arte di Sass Muss

Il curatore Gianluca D’Incà Levis: "La stazione di Sass Muss è decollata. Stiamo riscuotendo l’attenzione dei media a livello nazionale"
SOSPIROLO.
L’arte è ormai di casa a Sospirolo e nel circondario, non solo a Sass Muss, dove si tiene Dolomiti Contemporanee, un evento culturale che sta attirando molta attenzione. «La stazione di Sass Muss è decollata. Ogni giorno, in questa cittadella reinventata ed ora vitale, viene gente. Stiamo riscuotendo l’attenzione dei media a livello nazionale», spiega il curatore Gianluca D’Incà Levis. «Lo spettro si allarga, nel campus fervono le attività. Gli artisti si sono ambientati nell’edificio Pizzocco, la casa foresteria. Lavorano nel grande laboratorio, e producono le opere che entreranno nel set di mostre di settembre (dal 17 settembre).


Provengono da tutta Italia, e qui si incontrano, si conoscono, pranzano e cenano insieme nel nuovo ristoro, insieme a tutti coloro che passano. Tra questi, molti giornalisti, galleristi, critici, continuano a venire, anche da molto lontano, per incontrarci, scoprire questo luogo inconsueto, stupirsi, proporci collaborazioni. Vittorio Sgarbi si è divertito, nella notte di Sass Muss, e ci ha accordato il suo sostegno. Attendiamo, tra gli altri, Philippe Daverio». Ieri sono stati inaugurati i laboratori didattici per i bambini che entrano nella mostre, e negli edifici rivitalizzati. La sera, fino alle 23, le persone tornano a vedere la rassegna internazionale di video del Padiglione Schiara.


«E al sabato, si tiene aperto, e facciamo la musica, fino alle 24 (o all’alba)». Ma Dolomiti Contemporanee è anche altro, oltre questo sito speciale. «E’ un laboratorio d’arti visive in ambiente, dove con ambiente si è voluto intendere lo spazio aperto dell’ambiente dolomitico». Spiega D’Incà Levis che gli artisti ogni mattina partono da Sass Muss e vanno a esplorare le Dolomiti. «Si impressionano, e si riempiono di stimoli visivi e sensoriali; tornano e cominciano a rilasciare le proprie impressioni, ed estraggono dal proprio cervello ed elaborano i fremiti e le idee, e producono lavori nuovi fiammanti, con i materiali messi a disposizione da tutti i nostri sponsor e questo è produttivo, molto produttivo, ed è anche una rete attiva, e funzionale, e integrata».


E’ il caso di Ericailcane, writer noto a livello internazionale, che ha realizzato una opera a Vignole dove c’è un ex cementificio, abbandonato. «Abbiamo selezionato i volumi più interessanti: due silos cilindrici alti una quindicina di metri, diroccati, in disfacimento, che un giorno saranno demoliti. I proprietari ce ne hanno gentilmente concesso l’uso. Ericailcane li ha presi, e in due dì (un fulmine), li ha fatti nuovi. Ha illustrato, con la sua sapienza grafica e pittorica, e con la sua ironia pungente ed antiretorica, una storia di lavoro, di fabbrica, di storia di questi luoghi. Dove un uomo lavoratore viene scheletrito dal lavoro, come scheletrita è ormai la fabbrica. E quest’uomo scheletrito in questa fabbrica a Vignole, è compendiato da un animale beffardo, un leone di San Marco rivisitato. Il murales è ironico, forte ma occhieggiante, potente ma mimetico. I silos rivivono, c’è una nuova storia, una narrazione intelligente, e l’illustrazione di un maestro».
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