Un sogno realizzato, il Fulcis torna a vivere

Ieri l’inaugurazione del palazzo settecentesco con la collezione civica Un impegno lungo quarant’anni per Comune e Fondazione Cariverona

BELLUNO. È stata una giornata speciale, quella di ieri, per la città di Belluno, ma anche per la cultura italiana in generale. L’inaugurazione di un nuovo museo, infatti, è evento raro, ma ancora più eccezionale è che ad ospitarlo sia uno dei palazzi del Settecento più belli del Veneto, ristrutturato con uno sforzo corale tra pubblico e privato, cioè tra il Comune e la Fondazione Cariverona, iniziato nel 1979. Belluno ha festeggiato l’apertura di Palazzo Fulcis con una vasta partecipazione dei cittadini, di esperti della storia dell’arte e di autorità, in particolare i sindaci che per quasi quarant’anni si sono impegnati e passati il testimone per raggiungere il risultato.

Oltre al palazzo, ad attirare l’interesse del pubblico è stata la mostra dedicata a Tiziano, allestita nel piano sottotetto, dove si possono ammirare tre Madonne con bambino e santo, a partire dalla più importante, la Madonna Barbarigo prestata dall’Ermitage di San Pietroburgo e primo esempio del confronto e dello scambio scientifico che Belluno auspica di approfondire con gli altri musei italiani ed europei, ora che può offrire uno spazio di alto livello.

«Questo non è solo un punto di arrivo», ha detto il sindaco Jacopo Massaro, «ma un punto di partenza in una visione strategica della città, che grazie alla restituzione del Fulcis cambia volto e trova una nuova grande spinta culturale, sociale ed economica».

Grande la curiosità per il nuovo museo che ha richiamato la stampa specializzata e gli studiosi nazionali fin dal mattino, quando sono iniziate le visite guidate nel nuovo museo civico, finalmente pronto a mostrare a tutti le sue bellezze. Impeccabile l’accoglienza offerta dalla Camera di Commercio agli ospiti, con la collaborazione di alcuni dei migliori chef della provincia, fino alla grande festa che in serata ha riempito la piazza davanti al museo, con un ulteriore rinfresco che ha distratto i tanti in coda per entrare al Fulcis.

Il taglio del nastro e quindi l’apertura al pubblico del museo è avvenuto in serata, al termine della cerimonia organizzata al Teatro Comunale, tutto esaurito e con molte persone rimaste fuori in attesa. Gli interventi, moderati da Maurizio Cecconi di Villaggio Globale, hanno riassunto il lavoro fatto in questi anni. L’assessore alla cultura Claudia Alpago Novello li ha ricostruiti nella metafora degli specchi, numerosi nel palazzo, emblema di bellezza ed eleganza, riflesso della storia e dei personaggi da ricordare, strumento per riconoscersi e per guardare il futuro. Come Tiziano: «Bellunese che ha saputo andare lontano e ottenere fama mondiale».

Rassicuranti le parole del presidente della Fondazione Cariverona, Alessandro Mazzucco, che ha confermato la volontà dell’ente di proseguire il suo impegno a favore del territorio bellunese pur nelle difficoltà che hanno colpito anche le Fondazioni bancarie: «Concentriamoci sulle priorità. I Comuni non hanno risorse e chiedono il nostro sostegno, ma è necessario individuare i bisogni basilari e assicurare a quelli il nostro ruolo complementare e sussidiario».

Sul palco è salita anche la Regione Veneto, che per il recupero del Fulcis, il museo e la mostra di Tiziano non ha messo un euro. Un “dettaglio” che non è sfuggito a Cecconi: «Qualcuno ha detto che serve meno Stato. Secondo noi c’è bisogno di più Regione».

Eppure l’assessore regionale alla cultura, Cristiano Corazzari, ha citato addirittura Winston Churchill: «Se riduco i fondi alla cultura, per cosa stiamo combattendo?» e ha promesso che, almeno per il futuro: «La Regione ci sarà sicuramente».

Il sindaco Massaro si è concentrato molto sui ringraziamenti alla Fondazione Cariverona e a chi lo ha preceduto, oltre a citare l’impegno appassionato degli uffici comunali, la collaborazione delle tre Soprintendenze competenti sul museo Fulcis e i volontari.

Chi più di tutti “godrà” di Palazzo Fulcis, però, è senz’altro Denis Ton, il giovane conservatore del museo civico, protagonista anche della mostra di Tiziano: «Tutti noi abbiamo oggetti cui siamo affezionati perché raccontano una storia o risarciscono di un’assenza. Le collezioni civiche sono le vere testimoni della città. Dentro Palazzo Fulcis la collezione di Belluno trova finalmente una degna collocazione e può tornare a dialogare».

Infine l’omaggio di Paola Marini, direttrice delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, uno dei musei più importanti del mondo, ma anche membro della commissione cultura della Fondazione Cariverona nel periodo in cui si diede il via libera all’acquisto e alla ristrutturazione di Palazzo Fulcis. Marini, che si dice “invidiosa” per alcuni pezzi bellunesi, ha sollecitato un dialogo sempre più stretto e intenso tra musei.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi