Un tesoretto pronto per Veneto Strade e le Unioni montane

Si sbloccano gli undici milioni di euro delle casse provinciali grazie ad un accordo con la Regione contenuto nel bilancio
Di Valentina Voi

BELLUNO. Dal canone idrico i soldi per la viabilità bellunese. La legge finanziaria 2014 approvata dopo una lunga maratona a palazzo Ferro Fini ha portato allo sblocco di fondi per il sistema viario del territorio che fa capo alla Provincia. Soldi che l’ente ora potrà usare per onorare gli impegni presi con Veneto Strade.

A comunicarlo è proprio palazzo Piloni che con una nota ufficiale, piuttosto rara da quando l’ente è commissariato, comunica che grazie ad un emendamento si chiude «la partita dare avere tra i due enti interessati». Si tratta del trasferimento delle funzioni in tema di demanio idrico. Una storia che va avanti da anni e che oggi ha come epilogo lo sblocco di una liquidità di 11 milioni di euro in capo alla Provincia, soldi che l’ente userà per saldare i conti con Veneto Strade e con le Comunità e Unioni Montane.

L’emendamento votato in consiglio regionale definisce i rapporti di debito e credito tra la Provincia e la Regione. Un equilibrio complesso: la Regione deve infatti dare alla Provincia 15 milioni di euro che derivano dalla riscossione negli anni 2006-2009 dei canoni demaniali per lo sfruttamento idrico del territorio. Soldi che spettavano alla Provincia ma che la Regione aveva incassato versando solo alcuni acconti. Nel 2010 la Provincia inizia a raccogliere autonomamente i canoni idrici, che nel frattempo sono raddoppiati: l’accordo, siglato da una delibera di giunta, prevede che il raddoppio sia versato alla Regione per usarlo per la salvaguardia idrogeologica del territorio. Il debito contratto dalla Provincia ammonta a 17 milioni di euro.

Con il bilancio regionale 2014 si decide per una compensazione dei rispettivi debiti e crediti. Sostanzialmente la Provincia dovrà versare solo i due milioni di euro che ancora deve alla Regione. Ma per questo scopo l’ente in questi anni aveva accantonato un tesoretto di 11 milioni di euro che ora possono essere spesi altrove. Dove?

Una parte, spiega il dirigente Gianni De Bastiani, verrà usata per saldare i conti con Veneto Strade. Per la gestione e manutenzione delle strade ex Anas la Provincia ha un contratto di 14 milioni di euro con la partecipata. «La Regione ha messo a bilancio metà dell’importo, noi contribuiremo con 7 milioni di euro» spiega De Bastiani, «le risorse già accantonate sono 3.3 milioni di euro mentre grazie a questi fondi avremo anche gli altri 3.7 milioni». Alle Comunità Montane andranno invece 2.5 milioni di euro. Critico il consigliere Pd Sergio Reolon: «Non si può dire che questi fondi siano stati sbloccati quando in realtà è la Regione ad essere stata per anni in ritardo con i pagamenti».

Ma non è finita qui. Un secondo emendamento votato a palazzo Ferro Fini trasforma in legge la delibera di giunta che destina alla Regione i circa sei milioni di euro annui derivati dal raddoppio dei canoni. Soldi che quindi passano per Venezia. «Ma verranno destinati comunque alla difesa del suolo» spiega il consigliere regionale di Forza Italia per il Veneto Dario Bond.

Tutto bene dunque? «Questo significa che i soldi finiranno nel calderone regionale» spiega Reolon, «invece di restare a Belluno. Inoltre il fatto che sia servita una legge per definire questo trasferimento significa che i soldi, fino ad ora, erano della Provincia». La legge si colloca in mezzo: il testo del 2008 che definisce il raddoppio dei canoni idrici destina il 60% dei fondi alla riduzione del rischio idrogeologico a livello regionale mentre il 40% rimane in provincia di Belluno per la salvaguardia delle risorse idriche.

Dall’acqua alle strade, il giro è lungo. Sono invece più immediati gli altri interventi decisi in finanziaria. A partire dai 17.5 milioni di euro a sostegno della viabilità colpita dal maltempo eccezionale passando per i 5 milioni di euro individuati per lo scorrimento della graduatoria per i punti neri della viabilità. Non tutti i fondi, ovviamente, confluiranno sulle strade provinciali. «È evidente che le strade maggiormente colpite dal maltempo sono quelle del Bellunese» fa notare Bond, «questa finanziaria 2014 ha rappresentato molto per il territorio».

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