Un tubo di plastica sul luogo dell’incendio

Alleghe. I carabinieri l’hanno rinvenuto a circa venti metri dalla baita. Prende corpo l’ipotesi dolosa
Di Gigi Sosso

ALLEGHE. Un tubo di plastica. Trovato e sequestrato dai carabinieri, a una ventina di metri dalla baita di Rive di Pezzè distrutta dal fuoco. Non c’è ancora la certezza che l’incendio della notte tra sabato e domenica sia doloso, ma si tratta di una pista che il sostituto procuratore Katjuscia D’Orlando sta seguendo, naturalmente con l’aiuto della polizia giudiziaria. Bisognerà verificare cosa c’è su quel tubo, perché potrebbe anche essere stato utilizzato per appiccare le fiamme e, su questo, si aspetta il rapporto dei vigili del fuoco.

Non ci sono testimoni di quello che è accaduto sopra Alleghe. È stato il responsabile delle funivie a dare l’allarme alle 6.30 di domenica mattina, dopo aver visto del fumo che si stava alzando sopra una costruzione. Quando i pompieri sono arrivati con gli effettivi di Agordo e i volontari di Selva di Cadore e Colle Santa Lucia, hanno trovato il rustico ormai completamente bruciato. Una piccola struttura tra i 20 e i 25 metri quadri, che i proprietari usavano come casa di villeggiatura e avevano lasciato e chiuso nel pomeriggio di Ferragosto, dopo averci passato la giornata. Le fiamme si stavano mangiando quello che ne era rimasto e gli equipaggi hanno provveduto allo smassamento del materiale carbonizzato e non è stata un’operazione semplice per la mancanza di acqua nei dintorni. Questo ha obbligato gli operatori a fare alcuni chilometri verso valle per il rifornimento dell’autobotte.

Insomma, ci sono volute sei ore di lavoro per mettere in sicurezza il luogo, sotto gli occhi affranti e increduli del proprietario, che ha garantito di aver preso tutte le precauzioni necessarie prima di andarsene con la famiglia e gli amici. Chissà quante altre volte avrà fatto le stesse operazioni, per poi girare la chiave nella toppa. Anzi, è stato lui stesso a chiedere un approfondimento sulle cause del rogo. Solo l’anno scorso, nella stessa zona, un’altra baita era stata divorata dalle fiamme e si sta cercando di capire se i due episodi possano essere collegati. Ed, eventualmente, se la mano possa essere la stessa.

In procura della Repubblica, il magistrato D’Orlando sta aspettando tutti gli atti, dopo di che potrebbe decidere di aprire un’inchiesta o di archiviare, nel caso non emergesse niente di sospetto. La chiave dell’incendio dovrebbe essere quel tubo di plastica, sempre ammesso che c’entri qualcosa e riporti qualcosa d’interessante.

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