Un verbale in procura contro la figlia di Fede
Ipotesi di reato ingiurie aggravate, minacce, resistenza e rifiuto di fornire generalità

Emilio Fede
CORTINA.
Ingiurie aggravate, minacce, resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di dare le generalità del figlio. Sono queste le ipotesi di reato esposte in un verbale depositato nei giorni scorsi dai vigili urbani di Cortina negli uffici della procura della Repubblica di Belluno nei confronti della figlia del direttore del Tg4, Emilio Fede. La donna, il 15 marzo scorso, sarebbe stata “beccata” a viaggiare in contromano su una strada all’incrocio tra via Bonacassa e via del Castello. I problemi sarebbero sorti quando la pattuglia dei vigili, appostata nelle vicinanze, ha fermato il fuoristrada della donna, Sveva Fede.
La figlia del noto giornalista televisivo non avrebbe gradito quanto i vigili urbani le andavano contestando. Gli agenti della polizia municipale cortinese, infatti, dopo aver visto che il fuoristrada della Fede si stava infilando in una strada contromano, hanno bloccato il traffico per evitare un pericoloso incidente. Quindi hanno provveduto a fermare il fuoristrada con a bordo la donna ed il figlio minore. A quel punto è scattato il controllo dei documenti e della carta di circolazione. I problemi sono sorti quando i vigili urbani hanno riscontrato che la carta di circolazione era scaduta nel giugno del 2007. «Subito - spiega il comandante dei vigili urbani di Cortina, Nicola Salvato - i nostri agenti hanno effettuato un controllo al terminale per vedere se magari non erano stati inseriti i dati, ma è emerso che appunto la carta di circolazione era scaduta. A quel punto sono scattate le contestazioni». Oltre che per la carta scaduta anche per il fatto che il figlio minore della Fede avrebbe viaggiato senza cintura di sicurezza. Ma, secondo la ricostruzione che sarà nei prossimi giorni inviata con dovizia di particolari alla procura della repubblica, dove c’è già la segnalazione del fatto, la Fede avrebbe ingiuriato pesantemente i vigili urbani, proferendo anche una frase del tipo “vedrete come va a finire”. Frase, questa, interpretata dai vigili come una minaccia.
Nei suoi confronti c’è anche l’ipotesi di reato di resistenza (per aver tentato un paio di volte di salire in auto e di andarsene per sottrarsi ai controlli) e rifiuto di fornire le generalità del proprio figlio.
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