«Un video scagiona i carabinieri di Mel»
MEL. Un video fatto con il cellulare. Spunta un documento filmato nella vicenda della multa per eccesso di velocità e dei punti sulla patente, che vede coinvolti, a diverso titolo, il maresciallo dei carabinieri Cosimo Fanigliulo, all’epoca comandante della stazione di Mel, che l’aveva presa; il comandante della polizia locale Fabio Cavalet, che l’avrebbe pagata e si sarebbe decurtato i punti; il sindaco di Lentiai, Armando Vello, e i carabinieri Nicola Eramo e Giovanni Agricola.
Il difensore degli ultimi due, Pierluigi Cesa, intende produrre il video nell’udienza preliminare, nella quale si deciderà sul rinvio a giudizio o meno degli indagati. Le immagini documenterebbero qualcosa di diverso dal presunto pestaggio in caserma del rifugiato politico e venditore porta a porta nigeriano Lucky Osarenkhoe.
E darebbero ragione al giudice Scolozzi, che a suo tempo ha condannato l’africano a due anni di reclusione con pena sospesa per le accuse di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento, atti contrari alla pubblica decenza, getto pericoloso di cose e lesioni personali aggravate: «Questo video è stato girato grazie a un telefonino cellulare di uno dei miei due assistiti e illustra quello che è davvero successo quel 4 febbraio di tre anni fa», spiega il legale zumellese.
«Il venditore nigeriano era stato portato in caserma perché stava svolgendo un’attività di vendita illegale e i militari gli avevano fatto una multa di 5.000 euro. Alla vista del verbale l’ha stracciato, cominciando a dare in escandescenze e a denudarsi abbassandosi i pantaloni. Quello che hanno fatto i militari è stato contenerlo, nella maniera dovuta, con il risultato di rimanere colpiti».
La procura della Repubblica contesta, tra le altre cose, a Fanigliulo le lesioni volontarie nei confronti di quest’uomo, che avrebbe dovuto dirgli qualcosa d’interessante sullo spaccio di droga in Sinistra Piave: «Quello che contiamo di poter dimostrare è che Osarenkhoe non solo ha colpito i carabinieri, ma si è anche lasciato andare a gesti di autolesionismo, battendo volontariamente la testa contro la porta. Non posso dire altro: aspettiamo l’udienza». Il procuratore Pavone non si muove di una virgola: «Ho contestato agli indagati soltanto i reati dei quali ero assolutamente sicuro, tutto per una multa che non è stata pagata da chi l’aveva presa».
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