Un volo di 100 metri, muore sul Cristallo

Il corpo di un 42enne alpinista individuato da tre rocciatori lungo la via Normale, si attende il riconoscimento dei familiari
Di Marco Ceci

CORTINA D’AMPEZZO. Una mano o un piede che perde la presa, il volo di oltre 100 metri, poi il mortale schianto sulle rocce, alla base di una parete di roccia sulla quale si inerpica la via Normale del monte Cristallo, un sentiero alpinistico con tratti di secondo e terzo grado di difficoltà.

A perdere la vita è stato un 42enne alpinista, considerato un esperto, ma del quale forze dell’ordine e soccorritori hanno deciso di non rilasciare le generalità. Nonostante l’identificazione certa, infatti, fino alla tarda serata di ieri sera carabinieri e Guardia di finanza di Cortina non erano riusciti a contattare i parenti dello scomparso, ma solo una persona vicina alla sua famiglia, attesa in mattinata a Cortina per lo straziante rito del riconoscimento.

L’allarme era scattato poco prima delle 13, quando la centrale operativa del 118 era stata allertata da tre alpinisti che, dopo aver incontrato il 42enne rocciatore lungo la via Normale (quella che porta alla cima del Cristallo) lo avevano perso di vista prima di giungere in vetta. Atteso invano l’uomo sulla cima, i tre alpinisti hanno deciso di ridiscendere la via Normale.

Discesa durante la quale uno dei tre ha scorto il corpo esanime dell’uomo, oltre 100 metri sotto il luogo dove si trovava il gruppetto. Immediato l’intervento dell’eliambulanza del Suem e la mobilitazione del Soccorso alpino e dei colleghi del Sagf (Guardia di finanza) di Cortina. Imbarcato un soccorritore del Sagf di Cortina in supporto alle operazioni e per i rilievi di polizia giudiziaria, l’eliambulanza ha sbarcato lui e il tecnico del Soccorso alpino dell’equipaggio nelle vicinanze del canale.

Raggiunta dopo 5 minuti di avanzamento il corpo, i due soccorritori non hanno potuto far altro che constatare il decesso dell’uomo. La salma è stata quindi ricomposta e imbarellata per essere poi recuperata con un verricello di una cinquantina di metri e trasportata al Passo Tre Croci, dove era in attesa una squadra del Soccorso alpino di Cortina.

Durante la terribile caduta lo zaino dell’alpinista è andato completamente distrutto, rendendo impossibile ritrovare documenti in grado di rivelare l’identità dell’uomo.

A fornire le uniche indicazioni sono stati i tre alpinisti che lo avevano incontrato durante la scalata. Accompagnati in caserma e ascoltati dal personale della Guardia di finanza di Cortina (incaricata delle attività di polizia giudiziaria), i tre hanno riferito di aver scambiato solo poche parole con il deceduto, identificandolo comunque come un romano che aveva iniziato la scalata dal passo Tre Croci (tradizionale partenza del sentiero alpinistico che porta alla vetta del Cristallo), dove aveva lasciato la sua auto. Luogo dove i carabinieri di Cortina, incaricati di accertare l’identità dell’uomo, hanno effettivamente trovato il veicolo, riuscendo a stabilire anche che l’alpinista pernottava al campeggio di Malga Ciapela.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi