Una banda di tre ladri ha svaligiato il bancomat

La testimonianza di una donna e le telecamere di sorveglianza hanno dato le prime risposte sul colpo alla Banca Prealpi di Belluno

BELLUNO

Una banda di tre uomini. Fuggita con dei passamontagna in testa, a bordo di un’Audi station wagon scura. Un bottino confermato sui 30 mila euro abbondanti. A una settimana dal colpo al bancomat della filiale di via Vittorio Veneto di Banca Prealpi, la testimonianza di una vicina di casa e le immagini delle telecamere dell’istituto di credito e della videosorveglianza di Ponte nelle Alpi hanno dato agli investigatori i dettagli per una prima ricostruzione di quello che è successo intorno alle 3 della notte tra venerdì 9 e sabato 10.

Le indagini dei carabinieri sono ancora nella loro prima fase e si annunciano molto complicate. Tutto accade alla svelta e della macchina, che comunque potrebbe essere rubata, non si leggerebbero le targhe. A quanto si è capito, i banditi sarebbero stati in tre. Il conducente parcheggia di fronte alla banca e rimane al posto di guida, a una certa distanza, mentre i due complici, che hanno un ruolo più operativo, entrano nel locale utilizzando una normale tesserina bancomat o una carta di credito e sistemano nello sportello automatico una “marmotta” particolarmente carica di polvere esplosiva, facendola detonare.

Un botto talmente potente da far spostare la pesante cassaforte e un gran fumo, secondo quanto ha riferito una donna che abita nella zona e ha visto dalla finestra un’autovettura scura di grossa cilindrata e almeno una persona salirci, prima della fuga a tutta velocità in direzione Ponte nelle Alpi.

Qui la banda dev’essersi diretta verso la provincia di Treviso. In paese sono parecchie non sono poche le telecamere che possono aver visto sfrecciare l’autovettura e le immagini sono state consegnate ai carabinieri dalla Polizia locale.

Gli allarmi hanno cominciato a urlare tutta la loro preoccupazione e in via Vittorio Veneto si sono portati i carabinieri del Nucleo Radiomobile, dopo aver avvertito lo stesso direttore che poche ore prima aveva caricato il bancomat con la provvista necessaria per il fine settimana. Non era un giorno qualsiasi, ma la vigilia di 48 ore di chiusura.

Non sono state trovate impronte digitali e questo fa pensare che i ladri abbiano agito con i guanti, oltre che con dei cappucci o dei passamontagna utili a ingannare l’occhio elettronico appollaiato sopra la porta d’ingresso della banca. È possibile che nei giorni precedenti ci fosse stato un sopralluogo, utile a rendersi conto della situazione, delle vie di fuga e del momento giusto in cui colpire. C’è un’unica testimone, che peraltro è stata svegliata di soprassalto dall’improvvisa esplosione e non ha potuto ricostruire l’intera scena. I carabinieri stanno ancora indagando, ma non è semplice. —




 

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