Una caserma ad Auronzo per i profughi

La prefettura avrebbe individuato una struttura per l’ospitalità. Massaro: «Basta, i posti in provincia sono ormai esauriti»

BELLUNO. Nuovi arrivi di profughi in provincia. Tra ieri e questa mattina sono giunti nel Bellunese altri cinque migranti, presi in carico dal Ceis, che li ha alloggiati in una struttura della Valbelluna. Sono almeno 7-800 i profughi in arrivo in Veneto in queste ore; per ospitarli sono state individuate 14 caserme, una di queste sarebbe ad Auronzo. Il sindaco Daniela Larese Filon, però, non è stata ancora informata: «Nessuno mi ha inviato alcuna comunicazione», spiega perplessa. «Gradirei sapere se sono in arrivo profughi nel territorio che amministro».

Sono due le caserme attualmente libere ad Auronzo: quella dei carabinieri, che si trova a Misurina e che è stata chiusa in ottemperanza al decreto legge 95/2012 (quello sulla revisione della spesa pubblica), e quella della Forestale, ad Auronzo. «Ma vogliamo mandare i profughi a Misurina, con il freddo che c'è?», si chiede il sindaco Larese Filon. «E nella caserma della Forestale, che si è trasferita a Pelos, non so quanto spazio ci sia. Lo stabile è di proprietà delle Regole, so che all'ultimo piano c'è la loro sede, ma non ho idea di quanta disponibilità di alloggio ci sia nel resto della struttura. Comunque mi auguro che domani (oggi per chi legge ndr) qualcuno mi comunichi se sono previsti arrivi ad Auronzo».

Stamani i prefetti, i presidenti delle Province e i sindaci dei Comuni capoluogo parteciperanno al tavolo di coordinamento convocato dal Prefetto di Venezia, dal quale si attende chiarezza. «Ci saranno nuovi arrivi, ma nel Bellunese le disponibilità di alloggio per i profughi sono ormai quasi esaurite», spiega il sindaco del capoluogo, Jacopo Massaro. «Un paio di settimane fa avevo inviato una nota all'Anci e alla Prefettura, per segnalare che ci sono molte problematiche da risolvere sulla gestione di quella che continua a passare per un'emergenza, ma ormai è chiaro che non lo è. Gli arrivi sono continui, eppure siamo sempre avvertiti all'ultimo momento ogni volta che ci sono trasferimenti».

Massaro ribadirà in mattinata le richieste che arrivano dal territorio, e che evidenziano numerose criticità nella gestione della problematica profughi: «È necessario istituire quanto prima le sottocommissioni per lo status di rifugiato», prosegue. «Ad oggi c'è solo la commissione di Gorizia, che è intasata. Basta pensare che i primi profughi arrivati nel Bellunese hanno appuntamento a ottobre». Il problema, continua il sindaco, «è che, rallentando i tempi, tratteniamo sul territorio persone che vorrebbero andare all'estero, e che potrebbero farlo, qualora venisse loro certificato lo status di rifugiato. Invece, li teniamo qui, e non possiamo nemmeno far svolgere loro attività di volontariato, perché la burocrazia ce lo impedisce».

L'altro grave problema è numerico: «Pur avendo il 5 per cento della popolazione residente in Veneto, ospitiamo il 17 per cento dei profughi che sono stati trasferiti finora in regione», conclude Massaro. «Bisogna stabilire un criterio di riparto che tenga conto della popolazione residente. È necessaria una pianificazione, nella nostra provincia i posti ormai si stanno esaurendo».

Alessia Forzin

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