Una coalizione per salvare i punti nascita
PIEVE DI CADORE. La sopravvivenza del punto nascite di Pieve passa attraverso l'alleanza sancita ieri tra i territori di montagna. L'incontro tenutosi a Trento sul tema spinoso della sanità d'alta quota ha riunito dietro un tavolo di confronto una decina di sindaci di Veneto, Lombardia, Piemonte e Trentino accomunati dal rischio chiusura dei rispettivi punti nascite. Tra loro anche Maria Antonia Ciotti, accompagnata da Alessandra Buzzo in rappresentanza delle UM (e, di conseguenza, di tutti i paesi del Cadore) e da Guido Trento in qualità di ex amministratore e dirigente sanitario.
L'incontro, coordinato dall'assessore alla salute del Comune di Cavalese, Giuseppina Vanzo, si è chiuso con un primo passo concreto: è stato infatti costituito un gruppo tecnico di lavoro che avrà il compito di stilare un piano operativo da portare a Roma negli uffici del ministero della Salute. L'obiettivo è quello di salvaguardare i punti nascite, a forte rischio alla luce della nuova normativa, ma soprattutto assicurare nei paesi di montagna i cosiddetti lea, livelli essenziali di assistenza sanitaria. «Il parto rientra a pieno titolo tra questi», racconta la Ciotti, «ma ce ne sono tanti altri e dipendono tutti da una chirurgia generale perfettamente operativa in qualunque momento del giorno e della notte. Chirurgia generale H24 che l'ospedale di Pieve non ha più, relegandoci al ruolo di cenerentola tra i Comuni intervenuti a Trento».
L'incontro, al quale ha partecipato tra gli altri Albrecht Plangger, vicepresidente dell'intergruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna, ha messo in luce un altro elemento interessante su cui si fonderanno le future battaglie per la salvaguardia dei punti nascite: «La figura professionale di riferimento in occasione di un parto non è quella del pediatra ma quella del neonatologo. La carenza di pediatri dunque è un falso problema», ha assicurato il pediatria neonatologo trentino Dino Pedrotti, che ha portato alla luce l'esempio dell'ospedale di Domodossola dove gli anestesisti sono tenuti a seguire un master di specializzazione in neonatologia.
Tornando al sindaco Ciotti, il suo intervento ha chiuso l'assemblea: «Ci siamo dati appuntamento per un nuovo incontro da tenersi a breve; non escludo che possa svolgersi proprio a Pieve». Poi la Ciotti ha passato temporaneamente il testimone ad Alessandra Buzzo che domani, in occasione di un incontro con i vertici dell'azienda sanitaria bellunese già da tempo fissato, riporterà i temi principali della vicenda emersi a Trento. Il tutto mentre va segnalata l'ennesima iniziativa a difesa dell'ospedale di Pieve: nei prossimi giorni verrà presentata una istanza legale alla Regione Veneto ed alla Usl dolomitica a tutela del reparto di chirurgia generale con l'obiettivo di annullarne la ridotta operatività. Ad annunciare la misura è stato il sindaco Ciotti.
Gianluca De Rosa
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