Una convenzione col Cnr per studiare le frane

L’assessore Bottacin presenta la prima fase del progetto, l’obiettivo è dare vita a un data base regionale con le informazioni per pianificazione e prevenzione
Di Irene Aliprandi

BELLUNO. Una banca dati completa con tutte le informazioni conosciute e aggiornate sulle frane del Veneto. È l’obiettivo finale del progetto pilota, avviato in convenzione tra la Regione Veneto e il Cnr, che ha già concluso il primo ciclo di ricerca. Il lavoro, per la parte relativa al bellunese, è stato presentato ieri negli uffici del Genio Civile ai tecnici dell’Autorità di bacino, dei Comuni interessati e della Provincia. Oltre al Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) la Regione ha una convenzione anche con l’Università di Padova: «Il Veneto presenta un gran numero di fenomeni complessi, per questo abbiamo voluto la collaborazione dei massimi esperti nell’analisi e nello studio dei conoidi detritici», spiega l’assessore regionale all’ambiente e alla protezione civile Gianpaolo Bottacin. «Al Cnr abbiamo chiesto anche di realizzare un software che diventerà una banca dati a servizio di tutti». Per il momento il Cnr ha studiato quattro aree in tre province, Feltre e Auronzo nel Bellunese.

Per ogni frana i tecnici inseriranno una scheda completa con tutte le informazioni disponibili e l’intero patrimonio si troverà nel sito della Regione, accessibile in particolare ai Comuni e ai professionisti. «Lo studio ci servirà a fare prevenzione nel campo della protezione civile, ma sarà utile anche per la pianificazione urbanistica, affinché non si costruisca più dove è pericoloso. La sicurezza dei cittadini è la priorità». In questa direzione va anche il nuovo progetto di legge sulla Protezione civile, che Bottacin presenterà nei prossimi giorni e che si occuperà sia della gestione delle emergenze che di prevenzione delle stesse.

L’assessore annuncia anche un finanziamento di 2,4 milioni di euro, stanziato dalla giunta Zaia martedì e destinato a quattro interventi: Feltre, Seren del Grappa, Valturcana in Alpago e Santo Stefano di Cadore. Si tratta di soldi che vanno ad aggiungersi a quelli già stanziati e che serviranno a completare le opere di mitigazione del rischio.

Infine, nonostante le difficoltà normative, proseguono i lavori da parte dei Servizi Forestali regionali per la manutenzione e il miglioramento del territorio. Si tratta di numerosi interventi per oltre 6 milioni di euro: «Che la Regione non avrebbe, visto che ha non incassa più i soldi del demanio idrico, ma che mette ugualmente», conclude Bottacin.

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