Una decina di dipendenti Sirti rischia di perdere il lavoro
Scioperano i 30 dipendenti della Sirti di Lentiai contro i tagli previsti dal gruppo nei prossimi mesi. Tagli che dovrebbero colpire pesantemente anche il territorio bellunese: una decina di persone rischia il posto.
A indire lo stato di agitazione sono stati i sindacati di categoria Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil.
Ieri mattina tutti i lavoratori bellunesi a tempo indeterminato ma anche gli interinali, giovani e meno giovani, si sono trovati a Treviso, insieme ai colleghi della Marca, per manifestare contro le scelte dell’azienda. L’adesione all’astensione dal lavoro della durata di quattro ore è stata del 100%.
«Siamo preoccupati per il futuro di questi lavoratori», commenta Stefano Bona, segretario della Fiom Cgil, «su 30 dipendenti a rischiare il posto, secondo i piani dell’azienda, sarebbero una decina, vale a dire un terzo. E non possiamo permetterlo. Per questo, con lo sciopero di ieri sono iniziate le “giornate della lotta”».
Nei giorni scorsi, infatti, il gruppo Sirti a livello nazionale ha annunciato l’imminente apertura della procedura di licenziamento collettivo.
Su 3.692 dipendenti, il piano prevede 833 esuberi, pari cioè a quasi un quarto «con tagli massicci in tutti i reparti. L’azienda», precisano le sigle sindacali unitariamente, «ha motivato questo taglio per le condizioni di mercato che avrebbero generato pesanti perdite finanziarie nell’ultimo biennio, scarsa marginalità e un’ulteriore frammentazione dei soggetti imprenditoriali concorrenti».
Le organizzazioni sindacali respingendo al mittente questa scelta, hanno proclamato lo stato di agitazione con la sospensione di tutte le prestazioni a cominciare dallo straordinario per proseguire con lo stop della flessibilità, della reperibilità e dei tempi di viaggio.
«Non dimentichiamo», ricorda Bona, «che questi lavoratori che ora scendono in piazza per salvare il loro posto di lavoro, sono gli stessi che durante l’emergenza di fine ottobre in provincia non si sono risparmiati un attimo per riuscire a ripristinare le linee telefoniche. Hanno fatto turni anche di 10-12 ore, senza sosta. E ora vengono trattati in questo modo. È inammissibile un comportamento del genere. Per cui andremo avanti nella protesta perché non possiamo permettere che il territorio paghi ancora uno scotto così alto».
Fim, Fiom e Uilm chiedono «l’intervento del governo per il mantenimento dell’occupazione in Sirti, ma anche un confronto permanente sulle condizioni di lavoro e le prospettive del lavoro dilaniato da gare assegnate con il massimo ribasso e oggetto di una progressiva rivoluzione tecnologica. La nostra protesta continuerà ancora, e sempre sarà a viso aperto, senza sconti per nessuno. Lo scopo è giungere alla soluzione positiva di questa delicata vertenza». —
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