Una domenica in famiglia per Calonego

Sedico. Il tecnico del Peron, liberato venerdì sera, si sta riposando nella sua abitazione. Sabato ci sarà la festa in paese
Di Alessia Forzin

SEDICO. Ha trascorso una domenica in famiglia, Danilo Calonego. Con le figlie, le sorelle, la madre, i nipoti, qualche amico che è passato a trovarlo. Visite che sono proseguite ieri nell’abitazione di via Casate, dove il tecnico del Peron è rientrato dopo quarantasette giorni di prigionia. «Siamo stati in famiglia, abbiamo pranzato tutti insieme», racconta la figlia Simona. Una pasta al ragù, che Calonego ha declinato «perché la mangiava tutti i giorni mentre era tenuto sotto sequestro», aggiunge Simona. Poi arrosto, verdure, dolci. Un classico pranzo di festa.

La famiglia per tutta la giornata ha ricevuto le visite dei cronisti, ma anche di tanti amici che in queste lunghe settimane sono stati in apprensione. «Li ringraziamo tutti, ci sono stati vicini e abbiamo sentito il loro affetto», continua. «I nostri compaesani stanno organizzando la festa, che probabilmente si svolgerà sabato. Sarà vicino alla chiesa, sarà montato un capannone e brinderemo tutti insieme al ritorno di Danilo». I dettagli saranno messi a punto in settimana, dopo una riunione che è in programma a breve. «Penso che ci sarà qualcosa da mangiare, da bere, faremo un brindisi attorno all’ora di pranzo», ipotizza Simona.

Danilo Calonego potrà così riabbracciare anche i suoi compaesani, che non vede da oltre quattro mesi. Era partito per la Libia in luglio, sarebbe dovuto tornare alla fine di settembre ma il 19 di quel mese è stato rapito, insieme al connazionale Bruno Cacace e all’italo-canadese Frank Boccia. I tre tecnici della Con.i.Cos sono rimasti nelle mani dei rapitori per quarantasette giorni.

Sono stati rilasciati nella tarda serata di venerdì. Affidati agli 007 italiani, sono stati messi su un aereo per Roma, dove sono arrivati all’alba di sabato. Dopo aver trascorso sette ore nella caserma del Ros dei carabinieri, di fronte al Pm Sergio Colaiocco, Calonego e Cacace hanno potuto fare rientro a casa. Il meccanico del Peron è arrivato a Venezia attorno a mezzanotte, dove ha trovato ad attenderlo le figlie e la seconda moglie Melika. In via Casate è giunto alle 2.30 del mattino.

Ha riposato qualche ora, ha incontrato i cronisti che lo aspettavano all’esterno dell’abitazione domenica mattina, poi ha trascorso il resto della giornata con i suoi cari. «È stato bello trovarci tutti riuniti nella stessa stanza», sorride Simona, finalmente serena.

Anche ieri mattina Calonego ha ricevuto qualche visita da parte degli amici, ma ha anche controllato che tutto fosse in ordine a casa. In mattinata ha dato una ripulita al cortile, spazzando le foglie che il vento e la pioggia avevano fatto cadere dagli alberi, poi ha chiacchierato a lungo con la madre Gilda. «Danilo non è un tipo che sappia stare con le mani in mano», aggiunge Simona.

Adesso Calonego si prenderà qualche giorno di tranquillità. «Dobbiamo informarci per la questione dei documenti, ma anche portarlo dal medico, perché per un mese e mezzo non ha preso i farmaci per la pressione ed è meglio faccia un controllo», conclude Simona. L’uomo è in buone condizioni di salute, comunque.

Sta bene anche nonna Gilda: «La prima cosa che ha detto a Danilo è perché si sia fatto crescere la barba», chiude Simona. «L’abbiamo sempre tenuta al riparo da quello che stavamo vivendo, anche se, a volte, il cuore di una mamma sa più di quello che possiamo immaginare».

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