Una festa per il pastore in roulotte per il sisma

San Nicolò. Il ricavato di “Amatriciamoci” è stato inviato in un paese delle Marche Giovanni Paris ringrazia i volontari che lo aspettano: «Ora non posso, ho da fare»
Di Gigi Sosso

SAN NICOLO’ COMELICO. Mucche, pecore e capre fanno ciao a San Nicolò Comelico. Riconoscenti, a nome del loro allevatore Giovanni Paris, che ha appena ricevuto il vaglia di 2.549 euro all’ufficio postale di Vallestretta Ussita, una delle località terremotate della provincia di Macerata. È tutto il ricavato di “Amatriamoci”, la festa gastronomica musicale organizzata al campo sportivo di Lacuna dai gruppi di volontari e appoggiata dai commercianti della zona. Tutti insieme, appassionatamente, per dare una mano al 28enne pastore, che si occupa di 150 capi di bestiame che oggi dormono in giro per i pascoli perché il capannone è inagibile; Giovanni dorme invece in una roulotte con accanto le attrezzature che servono a svolgere la sua attività.

I soccorritori gli avevano proposto di lasciare il suo paese e spostarsi a una settantina di chilometri di distanza, ma lui non ne ha voluto sapere. Al momento di ricevere la raccomandata con il timbro postale veneto gli è venuto da piangere, un po’ per la felicità e un po’ per la commozione; e al successivo invito di fare un salto in Comelico ha risposto: «Non ora, perché c’ho da fa’». Un appuntamento di massima è stato fissato per la primavera: «Eravamo partiti in sordina, con alcuni volontari; poi la cosa si è allargata con grande sorpresa, grazie alla generosità di tantissime persone», spiegano gli organizzatori, «molti negozianti hanno offerto i loro prodotti, i gruppi musicali hanno suonato gratis e alcuni animatori hanno reso la festa più speciale. Grazie di cuore a tutti, indistintamente, e un saluto affettuoso a Giovanni Paris, che speriamo di poter ospitare molto presto. Siamo contenti di averlo fatto felice».

Sotto il capannone riscaldato, si sono alternati Aldo De Lotto, PentaVarious, Il Pesce e Bros, The Players, Senza Filtro e Desdaemona, mentre attorno si cenava a base di amatriciana, casanzei, zuppa d’orzo, selvaggina con polenta, salsiccia e patate. Capifila dell’iniziativa il Gruppo La Baita e la parrocchia di San Nicolò: «Noi abbiamo svolto un’opera di coordinamento», spiega don Fabio Fiori, «e la festa è riuscita benissimo, grazie all’aiuto di tutti. Quello che mi fa piacere, in maniera particolare, è il ruolo che stanno recitando i giovani. Il contesto della nostra montagna non è per niente semplice e questo valorizza ulteriormente il fatto che, quando si mettono insieme, riescono a confezionare delle cose molto interessanti, oltre che importanti. Il volontariato poi è un valore fondamentale di qualsiasi comunità. Siamo contenti di aver reso un po’ meno pesante la giornata di questo ragazzo così orgoglioso delle proprie origini».

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