Una finestra sul passato nella Torre dell’orologio

I lavori sono in dirittura d’arrivo e il Comune ha assegnato la gestione al Fondaco Grazie alla realtà virtuale i visitatori potranno vedere la piazza com’era nel 1500

FELTRE. Scatto in avanti per l’accesso al pubblico della torre dell’Orologio. Già riparato il tetto, sono in fase di completamento i lavori di ristrutturazione e da metà giugno sarà presumibilmente possibile garantirne l’apertura. Se ne occuperà l’associazione culturale Il Fondaco, alla quale il Comune ha affidato la gestione dal 15 giugno al 15 settembre. «La struttura sarà visitabile tre giorni a settimana, dal venerdì alla domenica, poi vedremo se ampliare l’orario», annuncia l’assessore alla cultura Alessandro Del Bianco, che sta seguendo il cantiere.

Manca poco per togliere le impalcature: «Siamo sul rettilineo finale. Ci siamo portati avanti con l’affidamento della gestione e stiamo lavorando per arrivare pronti a giugno anche con l’elaborazione dei materiali multimediali. L’incarico alla ditta specializzata è in via di assegnazione», spiega il vicesindaco. «Stiamo correndo per lanciare questo aspetto sperimentale nella fruizione dei contenuti legata alle nuove tecnologie abbinate alla cultura e turismo».

L’amministrazione punta sulla realtà virtuale per far vivere al visitatore un’immersione totale e spettacolare nella storia. Con il recupero dell’accessibilità, la torre dell’Orologio darà un nuovo punto di osservazione su piazza Maggiore e grazie all’installazione di una “finestra del tempo” – attraverso un pannello multimediale, affacciati alla finestra – il visitatore ne vedrà la ricostruzione in virtuale, sovrapponendo il passato alla realtà attuale. Verrà riprodotta la fase dell’incendio del 1510 e riemergeranno una serie di particolari come la chiesa di Santo Stefano distrutta nell’Ottocento.

L’obiettivo è debuttare il 15 giugno per lanciare un’estate con la nuova attrazione. Partendo da solidi dati storici e scientifici, verrà elaborato un nuovo modo di mostrare il contenuto culturale. Intanto è terminata la ristrutturazione del tetto ed è stata risistemata la banderuola a forma di mezzaluna (sulla cui datazione e provenienza resta ancora aperto il dibattito scientifico). La ditta Arco di Padova ha pulito la struttura in ferro, applicato una soluzione acquosa di acido tannico con funzione di inibizione della corrosione e infine una vernice trasparente di aspetto opaco.

Sono stati portati in laboratorio anche gli elementi mobili del meccanismo di oscillazione della campana, che in futuro saranno esposti in teca. Una copia della stessa forma e dimensione è stata collocata nel castello. Si è concluso anche il restauro dello stemma scaligero sulla parete ovest. Dopo le operazioni di pulitura, consolidamento e stuccatura, è stato applicato un protettivo per garantire la durata dei risultati conseguiti.

Raffaele Scottini

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