Una fresa da tunneling per il nuovo Follador

La sede di Tamonich del Minerario da ieri è simboleggiata da un monumento Chiesta alla politica una maggiore attenzione per la scuola mineraria
AGORDO. Dal derrick al tunneling il Follador resta al passo con i tempi, ma chiede alla politica una maggiore attenzione per la scuola. Se il simbolo della vecchia sede di via 5 maggio ad Agordo era la torre d’acciaio usata negli impianti di perforazione petrolifera, che nella seconda metà del secolo scorso avevano impiegato molti periti minerari agordini, quello della nuova sede di Tamonich è da ieri mattina il monumento che riproduce un quarto della fresa usata anche nei lavori della metropolitana di Londra.


L’ha donata alla “più prestigiosa scuola mineraria italiana”, che quest’anno festeggia i 150 anni, Martin Herrenknecht, titolare dell’omonima ditta di Schwanau (Germania), leader mondiale nel settore del tunneling.


«Sono orgoglioso di donare questo monumento che consiste in una parte delle otto macchine usate nei grandi lavori della metropolitana di Londra, ma anche in altri luoghi come Milano, Torino e Roma – ha detto Herrenknecht che si è fatto carico anche del trasporto della struttura – sono rimasto impressionato dal modo in cui ho trovato questa scuola, i suoi docenti e i suoi studenti. Invito questi ultimi a pensare all’importanza del tunneling non solo dal punto di tecnico, ma anche come simbolo di collegamento tra l’Austria, la Germania e l’Italia. Io vengo dalla Foresta Nera, che è un ambiente simile a questo; è la prima volta che vengo qui, ho 75 anni, mi auguro che uno di questi studenti che vedo di fronte a me prenda il mio posto alla direzione dell’azienda».


Se il monumento è arrivato ad Agordo, il merito va dato anche a Silvio Schmalzbauer che ha fatto da tramite. «Nel 2015 – ha ricordato Tomaso Avoscan, docente del Follador e, con Dino Preloran, fra i maggiori artefici dell’evento di ieri – eravamo andati in delegazione a Torino a una fiera del tunneling e in quell’occasione abbiamo fraternizzato con Schmalzbauer che poi è venuto più volte ad Agordo a tenere dei seminari tecnici ai nostri studenti per formarli sull’evoluzione degli scavi in galleria».


Soddisfatto del monumento il neo dirigente scolastico del Follador, Paolo Giovanni Zanin. «Questo monumento – ha detto – riesce a farci capire quanto possa essere bella la tecnologia che permette le costruzioni nel rispetto dei valori dell’ambiente». Assieme a molti amministratori agordini, erano presenti anche l’onorevole Roger De Menech, il senatore Giovanni Piccoli, il consigliere regionale Franco Gidoni e il presidente della Provincia Roberto Padrin che hanno espresso parole di elogio nei confronti della scuola agordina, formulando l’augurio che essa possa continuare a tenere legati il mondo dell’istruzione con quello dell’impresa.


Hanno poi applaudito il geologo e perito minerario Vittorio Fenti che, rivolgendosi a loro, ha chiesto con forza di dare importanza alla scuola. E hanno applaudito pure l’ex dirigente scolastico Bruno Bulf che ha ricordato come la riforma Gelmini volesse ridurre l’indirizzo minerario a una mera branca dell’indirizzo chimico. Tuttavia Danilo Coppe, re degli esplosivisti italiani, diplomatosi al Follador, li ha messi in guardia. «Queste frese sono state inventate per usare un po’ meno dinamite – ha detto passando lo sguardo dagli studenti ai politici – ma io un po’ di dinamite l’ho tenuta comunque da parte che non si sa mai».


Gianni Santomaso


©RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi