Una giornata da giudice popolare

Raffaella Di Giusto, impiegata a Sovramonte: «È stata un’esperienza forte»

SOVRAMONTE. Un giorno da giudice popolare. Raffaella Di Giusto, impiegata comunale è stata fra i giudici laici che hanno composto la corte di appello di Venezia chiamata a esprimere una sentenza in un processo per omicidio. «È stata un’esperienza forte», ha commentato Di Giusto che ha dovuto spogliarsi di problemi personali, pregiudizi, opinioni politiche e molto altro per vestire i panni di pubblico ufficiale. «Non è stato facile, nel senso che ho letto tutti gli atti, ho cercato di fare del mio meglio. Mi sono prestata. Quello che ho potuto fare ho fatto», ha aggiunto lei che nella vita fa tutt’altro: lunedì è impegnata in municipio a Servo, poi martedì, mercoledì in comune a Feltre, e il resto della settimana in Unione montana feltrina. Il dibattimento si è svolto mercoledì 10 febbraio in un’aula bunker del Tribunale di Venezia.

ùAl termine la giuria composta da sei giudici popolari e due togati ha espresso «all’unanimità» un giudizio, ma è probabile che l’imputato vi faccia ricorso. «Il processo penale riguardava una lite tra vicini nata da dissapori in un contesto di casette a schiera e poi degenerata. Purtroppo c’è stato un morto», racconta. «Sicuramente uno ci ha rimesso la vita, dispiace che si arrivi a questo punto. Nessuno deve essere messo nelle condizioni né di agire, né di difendersi. Nessuno può sopprimere la vita degli altri ma neanche si può sempre provocare e mettere altri nelle condizioni di armarsi», così ritiene l’impiegata imprestata per questa occasione alla giustizia. La convocazione era avvenuta a dicembre e lei ha accettato.

L’ufficio di giudice popolare è obbligatorio e regolato dalla legge. I giudici popolari sono estratti a sorte tra i cittadini iscritti in apposite liste, ricevono un compenso giornaliero e un rimborso per spese di viaggio. Tra i requisiti richiesti per diventarlo ci sono i seguenti: cittadinanza italiana e godimento dei diritti civili e politici, buona condotta morale, età non inferiore ai 30 anni e non superiore ai 65 anni e licenza di scuola media.

Anna Minazzato

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