Una giornata sul Monte Rite per i sanitari anti Covid-19
BELLUNO
Una giornata sul Monte Rite, in uno dei punti più panoramici delle Dolomiti Partimonio Unesco dell’umanità, per rinfrancare lo spirito e la vista dopo tre mesi di battaglia contro il coronavirus. È il regalo che Dolomiti Beat ha voluto fare a un gruppo di 25 tra medici e operatori sanitari, come ringraziamento per i sacrifici fatti in questa primavera terribile.
Un’idea nata da Giorgio Venturelli, Andrea Lucchi, Leonardo Poser e Mauro Barbaro, quattro accompagnatori di media montagna che da qualche anno hanno intrapreso un percorso professionale insieme, con l’obiettivo di far scoprire la montagna in piena sicurezza a chiunque, con percorsi ed esperienze tra le più diversificate.
«Non è la prima volta che organizziamo escursioni a scopo benefico», racconta Venturelli, giovane farmacista che, come i suoi colleghi, ha deciso di fare della sua passione per la montagna una professione. «L’anno scorso avevamo accompagnato un gruppo di disabili, ispirati da un’iniziativa realizzata dai ragazzi di Palus San Marco. Durante il lockdown ci siamo chiesti come potevamo essere utili e abbiamo deciso di offrire una giornata di svago a chi si stava dedicando di più agli altri».
Non sapendo se la cosa fosse fattibile e a quali condizioni, le guide di Dolomiti Beat hanno chiesto informazioni alla Regione e con un certo stupore, dopo qualche giorno, hanno ricevuto un’email direttamente dal presidente Luca Zaia, entusiasta e colpito dall’idea che ha definito “un importante gesto di solidarietà” verso chi è stato impegnato in prima linea per salvare vite umane.
Con la riapertura e le indicazioni per la sicurezza anti Covid fornite dal Collegio delle guide alpine, dunque, è stato possibile organizzare il tutto e la giornata scelta è stata quella di domenica 21 giugno. L’evento è stato pubblicizzato attraverso il sito dei quattro accompagnatori di media montagna, i social e il passaparola.
«Sono arrivate circa trenta persone, soprattutto dal basso Veneto, non c’erano sanitari bellunesi. Abbiamo scelto il Monte Rite perché offre la possibilità di fare percorsi diversi a seconda del livello di allenamento, la cima è estremamente panoramica e non ci sono difficoltà né pericoli. Alcuni si sono trovati a Vittorio Veneto e ci hanno raggiunti insieme, altri sono arrivati autonomamente al passo Cibiana e poi ci siamo divisi in due gruppi accompagnati: uno è salito per la strada e l’altro per il sentiero. Abbiamo mangiato al sacco, ammirato il panorama e tutti si sono rilassati come speravamo», spiega Venturelli.
Una giornata di spensieratezza e panorami grandiosi molto apprezzata dai medici e dai sanitari invitati da Dolomiti Beat. In una parola: un’esperienza. «È questo lo spirito con il quale vogliamo lavorare», conclude Venturelli, «offrire esperienze che vanno oltre l’andare da un punto ad un altro. Il nostro ruolo è quello di accompagnare le persone in montagna in sicurezza, ma anche far scoprire le Dolomiti nella loro meravigliosa complessità». —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi