Una marcia di pace in nome dell’unità
BELLUNO. Speranza, convivenza e soprattutto unità. Si preannuncia come una festa colorata e gioiosa la “Marcia di fraternità fra i popoli”, organizzata per martedì alle 17 con partenza dalla stazione e arrivo al teatro Comunale. Persone provenienti da una ventina di Paesi, con storie, cultura e credo diversi, si ritroveranno per percorrere insieme un pezzo della città che condividono per nascita o per destino. L’idea della Marcia nasce da due comunità amiche da tempo, quella Islamica bellunese e il Movimento dei Focolari, che hanno rapidamente trovato l’adesione della Comunità locale di Belluno, Giustizia e Pace della Diocesi di Belluno e Feltre e della Rete Immigrazione di Belluno che conta 17 associazioni. A muoverli sono stati i più recenti atti terroristici e la volontà di raccontare esperienze quotidiane di serenità, lontane più che mai dalle guerre di religione ventilate da chi coltiva paura, caos e ignoranza.
«Con la comunità musulmana di Ponte nelle Alpi ci conosciamo da anni e abbiamo fatto tanti incontri insieme», spiega Massimo Pomarè dei Focolari. «Dopo i fatti terribili successi a Parigi ci siamo chiesti cosa potevamo fare per dimostrare che si può vivere in pace, integrati e in armonia come già succede a noi in un rapporto bello, umano e semplice. Pensare che terrorista è sinonimo di musulmano è un tranello in cui bisogna evitare di cadere. Le persone con le quali marceremo abitano qui, lavorano qui e fanno una vita come la nostra. Loro sono come siamo noi».
Il programma della marcia è in via di definizione, ma di sicuro ci saranno letture e interventi dei vari rappresentanti e tutta la popolazione è invitata ad arricchire questo momento.
«Sperimentiamo da tempo un rapporto che ci ha arricchiti molto l’un l’altro», aggiunge Mohamed Meraga, responsabile del centro islamico di Ponte nelle Alpi. «Vorremmo che questo messaggio di unità passasse soprattutto tra i bambini. L’8 dicembre è la festa di Maria che è importante anche per noi, chi non crede in Gesù e in Maria non è musulmano», precisa Meraga confermando quanto questo periodo sia duro per la sua comunità: «È un momento di paura, conflitto e rifiuto e vorremmo affrontarlo con una spinta ancora maggiore all’unità. Martedì vogliamo lanciare tanti messaggi, ma l’unità è quello principale e fa già parte della storia di Belluno. Noi ci stiamo preparando alla Marcia come ad un momento storico, nel quale chiedere a tutti, credenti e non, di voler bene al prossimo».
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