Una pagina di giornale per dire: «Basta prelievi dal lago»
PIEVE DI CADORE. «In pianura le pannocchie sono ormai mature e la vendemmia è in corso», e quindi l’acqua del lago alle produzioni agricole di pianura non serve più. In Cadore vivevamo con l’economia dell’Occhiale. Ora dovremo vivere con l’economia del turismo: non possiamo accettare più lo sfruttamento delle acque del nostro lago».
È alto e forte il grido d’aiuto lanciato alle Autorità di Bacino, all’Enel, alla Regione Veneto e al Genio civile di Belluno attraverso una pagina del Corriere delle Alpi che un gruppo di cittadini e di operatori economici del Centro Cadore ha acquistato pagando di tasca propria, esasperato dalla situazione ricorrente di svuotamento del lago del Centro Cadore.
I promotori dell’iniziativa, sono consapevoli che il consumo dell’acqua da parte degli utilizzatori della pianura, favorito dalla connivenza della Regione, a fine agosto, non ha più senso, perché «in pianura le pannocchie sono ormai mature e la vendemmia è in corso», e quindi l’acqua del lago alle produzioni agricole di pianura non serve più. È quindi giusto che il lago possa riempirsi, svolgendo quel ruolo turistico previsto dal decreto del Presidente della Repubblica che stabiliva, nelle stagioni estive, che il lago dovesse mantenere il livello massimo e che le sue acque non potessero essere utilizzate per fini irrigui della pianura, per non arrecare danno ambientale ed economico all’ economia turistica dell’ intera vallata».
La presa di posizione degli operatori economici cadorini deriva dalla constatazione che è arrivato il momento di pretendere l’attuazione di quel decreto che la Regione Veneto ha sempre disatteso.
Lo afferma in una lettera aperta che lo stesso gruppo ha inviato a tutti i mezzi di comunicazione e che oggi sarà ripresa anche dalla Rai del Veneto.
Nella lettera diffusa dal gruppo di cadorini, viene ricostruita anche la storia del territorio. La sua diffusione come lettera aperta, è la dimostrazione palese che sinora l’azione dei sindaci e degli altri responsabili degli enti locali legati alle vicende del Lago del Centro Cadore si è dimostrata insufficente.
Non ha mai inciso sulle decisioni della Regione, infatti, che ha sempre disatteso anche gli accordi già stipulati con gli amministratori.
L’umore non proprio buono degli operatori nei confronti delle parti interessate ai problemi del lago era stato anticipato solo pochi giorni fa dal presidente del Club Nautico Centro Cadore, Stefano Campi, quando, arrabbiato per l’abbassamento del livello del lago, aveva chiamato in causa anche gli amministratori locali: «Smettiamola di perder tempo cari amministratori! È evidente che non è più compatibile con le esigenze attuali un sistema idrico basato sui laghi bellunesi. Mettetevi intorno ad un tavolo serio e programmate il futuro, fate politica: quindi basta chiacchiere»“.
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